Scream and Shout by Fernando Rennis;

autore:Fernando Rennis; [Rennis;, Fernando]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788862314749
editore: eDigita srl.
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

Il finale si fa ancora più drammatico, persino i vecchi amici non riconoscono più il protagonista. La rabbia e la rassegnazione vengono filtrate attraverso synth oscuri. Ci troviamo in uno dei momenti più gravi dell’intero disco.

Girato l’angolo però, ecco Month Of May dove l’imponenza stoner dei Queens Of The Stone Age viene sintetizzata nella carica punk dei Buzzcocks, tanto da iniziare con un «one, two, three, four!» che sembra sbucare da uno dei primi album dei Clash. Possiamo intendere questo brano e Ready To Start come due istantanee degli Arcade Fire di questo periodo, entrambi i testi descrivono proprio il momento che sta attraversando la band che «gonna make a record in the month of May, in the month of May, in the month of May» (farà un disco nel mese di maggio, nel mese di maggio, nel mese di maggio) e che deve tenere gli occhi aperti perché «businessmen drink my blood» (gli uomini di affari bevono il mio sangue).

Wasted Hours parte come una Revolution 1 del WHITE ALBUM beatlesiano (1968), a tal proposito si notino i cori a 0’42’’, più sommessa che poi devia verso un brano di David Crosby e, nel finale, esplode in folate indie-rock alla Grandaddy. La canzone fa riferimento al tempo, a quella “noia” infantile e adolescenziale che prende il sopravvento nelle ore che si susseguono, sempre uguali in periferia. Ma la monotonia è vista da Butler in maniera affettiva, dopotutto, aiuta a rendere più vivido il ricordo delle Woodlands e quindi della sua infanzia.

L’urbanizzazione selvaggia fa qui la sua prima comparsa: «Some cities make you lose your head, endless suburbs stretched out thin and dead» (alcune città ti fanno perdere la testa, periferie infinite, distese e morte). La noia risucchia anche l’attenzione e i nostri pensieri, «and what was that line you said?» (e qual era la battuta che hai detto?). È probabile che il titolo del brano si riferisca anche alla difficile gestazione di THE SUBURBS, non sarebbe la prima traccia biografica relativa alla scalata della band nello showbiz come abbiamo già potuto constatare sia in Ready To Start che in Month Of May. In un’intervista a «Clash» sono gli stessi Arcade Fire che ci descrivono la fase di scrittura del loro terzo album, Jeremy Gara confessa:

A metà delle registrazione, verso la fine dello scorso anno e io mi sentivo malissimo. Mi sembrava il processo più difficile di sempre. Principalmente perché c’era più materiale di quanto ne avessimo mai registrato. Ci sembrava chiaro quanto sarebbe stato lungo l’album. Una cosa tipo “Dio mio, è troppo materiale!”. Stavamo lavorando sul doppio del materiale rispetto a NEON BIBLE e lo stavamo facendo, però, nella stessa quantità di tempo e a volte era terribile. Ma l’abbiamo sempre fatto, registriamo sempre fino a quando non siamo nauseati dal processo. Gli album sono migliori in questo modo perché ci mettiamo tutta l’energia che possiamo raccogliere

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