Il mutamento delle subculture by Unknown

Il mutamento delle subculture by Unknown

autore:Unknown
La lingua: eng
Format: epub
editore: Meltemi
pubblicato: 2023-06-05T08:57:58+00:00


Capitolo terzo

La trap nel post-subculturalismo

3.1. Il suono del Dirty South e la sua globa-

lizzazione

La trap nasce ad Atlanta, in Georgia, nella tradizione del gangsta rap, influenzata dal suo sottogenere southern rap – una versione più orientata verso l’esaltazione del sound che della lirica e della denuncia sociale nei propri testi – sviluppandosi quindi in quello che i Goodie Mob di Cee Lo (salito poi alla ribalta con Crazy dei Gnarls Barkley) definirono Dirty South, e non nella West Coast californiana o nell’East Coast newyorkese, da dove proveniva la quasi totalità della scena musicale hip-hop.

La Georgia è uno dei sedici stati americani al di sotto della famosa linea Mason-Dixon, un territorio sterminato che comprende oltre cento milioni di persone distribuite in Stati come l’Alabama, il Texas, la Virginia. Facendo un salto indietro nel tempo, e senza troppi giri di parole, nelle Dixieland (uno dei nomi usati per indicare questa macroregione) la guerra di secessione americana è sempre stata digerita con il sapore di una sconfitta e l’abolizione della schiavitù un’imposizione mal tollerata, un’indesiderata conseguenza di quella capitolazione. È in queste terre che nacque il Ku Klux Klan; è in questo contesto storico che la vita dei neri era sempre stata un inferno: il tratto distintivo del razzismo ex-confederato, rispetto alla sua espressione unionista più mite, è quello di essere sempre stato esplicito e manifesto, capillare nella sua popolazione bianca, riuscendo a trascinarsi dalla fine dell’Ottocento fino ai nostri giorni e segnando in negativo le possibilità economiche, culturali ed emancipatorie delle comunità afroamericane di quei territori.

È importante conoscere questo retroscena per capire la fatica con cui la cultura hip-hop ed il suo racconto identitario afroamericano hanno raggiunto l’audience nero del sud e perché, quando questo è avvenuto praticamente vent’anni dopo la comparsa dell’hip-hop, ha poi prodotto una risposta così energica ed innovativa nel suono e nella potenza iconografica della sua espressione musicale.

Il termine “trap” – letteralmente “trappola” nella sua traduzione italiana – iniziò ad emergere all’interno dello slang degli abitanti di Atlanta non già per identificare il genere musicale che va per la maggiore oggigiorno, ma per indicare quelle che nello slang atlantino si chiamavano (e si chiamano ancora, non sono certo scomparse) traphouse, gli appartamenti dove i giovani ragazzi afroamericani si dedicavano allo spaccio di droghe – “trapping”, sempre nello slang locale, significa appunto spacciare81. È complicato spiegare il rapporto tra i giovani di quelle zone e la realtà che vivevano quotidianamente: lo spaccio di droga, il suo consumo ed in generale le attività illecite caratterizzavano le giornate della maggior parte delle persone al punto da generare, nella sola Atlanta, una sorta di subcultura spontanea marcatamente definita da quello stile di vita e consumata nei dedali spettrali delle traphouse82; perfino gli studi di registrazione dove la trap nacque erano effettivamente il prodotto del surplus economico delle attività illegali che avevano luogo in quegli stessi posti.

Tuttavia, il termine “trap” rimase relegato all’underground atlantino fino a quando alcuni artisti locali come gli Outkast ed i Ghetto Mafia, verso la fine dei Novanta, non



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