senza tregua by george alec effinger

senza tregua by george alec effinger

autore:george alec effinger [effinger, george alec]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: fantascienza
editore: Editrice Nord
pubblicato: 0100-12-31T23:00:00+00:00


CAPITOLO UNDICESIMO

Venerdì fu un giorno di completo riposo. Il mio corpo era stato di recente preso di mira maltrattato da parecchie persone, alcune delle quali erano amici e conoscenti, mentre gli altri aspettavo solo di poterli ritrovare molto presto in un vicolo buio. Una delle caratteristiche migliori del Budayeen è la grande abbondanza di vicoli bui. Credo che siano stati costruiti di proposito. Chissà dove, nelle sacre scritture di qualche religione, si dice: «E allora verranno costruiti vicoli bui, dove gli empi e gli ingiusti si ritroveranno per farsi spaccare la testa e gonfiare le labbra; ed anche questo sarà visto con favore agli occhi del Cielo». Non saprei dirvi esattamente da quale versetto viene la citazione. Forse me l'ero sognata venerdì mattina molto presto.

Le Sorelle Vedove Nere erano state le prime a infierire su di me; i vari tirapiedi di Lutz Seipolt, Friedlander Bey e del tenente Okking mi avevano fatto del male, proprio come i loro padroni dal sorrisetto affettato; e per finire la serata mi ero preso una lezione da quel matto di James Bond. La mia scatola di pillole adesso era completamente vuota, restava solo una polverina colorata sul fondo che potevo leccare sulla punta delle dita, sperando in un milligrammo di aiuto. Gli oppiacei erano stati i primi a svanire; il rifornimento di sonneina, comprato prima da Chiriga e poi dal sergente Hajjar era diminuito rapidamente ogni volta che qualche movimento del corpo mi causava spasmi e fitte di dolore. Quando le solari erano finite, avevo provato con il Paxium, le pilloline color lavanda che alcuni ritengono il supremo dono fornito dall'universo della chimica organica, la risposta-a-tutte-le-piccole-preoccupazioni-della-vita, ma di cui comincio a pensare che non valgano neppure quanto il moccio di uno sciacallo. Ma le presi lo stesso, inghiottendole con un quarto di litro di Jack Daniels che Yasmin si era portata a casa dal lavoro. Va bene, a quel punto non restavano che i triangolini azzurri. Non sapevo che effetto avessero sul dolore fisico, ma ero più che disposto ad offrirmi come cavia volontaria per la ricerca. Il Progresso della Scienza. Presi tre triple e, da un punto di vista farmacologico, l'effetto fu affascinante: dopo mezz'ora cominciai a provare un tremendo interesse per il mio ritmo cardiaco. Misurai il battito del polso in circa quattrocento ventidue pulsazioni al minuto, ma ero continuamente distratto da lucertole fantasma che strisciavano appena fuori dal mio campo visivo. Sono sicurissimo che in realtà il mio cuore non battesse tanto in fretta.

Le droghe ti sono amiche, trattale con rispetto. Non getteresti gli amici nella spazzatura. Se è così che tratti i tuoi amici o le tue droghe, allora non ti meriti né gli uni né le altre. Dalle a me. Le droghe sono stupende. Non do retta a chi mi dice di smetterla. Piuttosto smetto di mangiare e di bere (e in effetti, di tanto in tanto, l'ho fatto).

Tutte quelle pillole ebbero l'effetto di far vagare la mia mente e il fatto che ogni tanto dessi qualche segno di vita era incoraggiante.



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