Sermonti Vittorio - 2016 - Se avessero by Sermonti Vittorio

Sermonti Vittorio - 2016 - Se avessero by Sermonti Vittorio

autore:Sermonti Vittorio [Sermonti Vittorio]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Fiction, General, Literary Criticism, Biography & Autobiography, Literary
ISBN: 9788811670179
Google: BdNHjwEACAAJ
editore: Garzanti Libri
pubblicato: 2016-01-14T23:00:00+00:00


Già, e mio fratello, quello che se gli avessero sparato mi piace ipotizzare che io sarei diventato qualche altra persona, quanto era antiborghese? Stratosfericamente, a dargli retta. Eversivo, teatrale, amante delle solenni e oscure leggi del mondo animale, vegetale e minerale, entusiasta del sole in sé e per sé e delle primissime lambrette, refrattario alle pedanterie della responsabilità, ecco come, al netto dei suoi suadombrati progetti macropolitici — ecco come me lo son visto diventare a poco a poco dalla remota volta che non gli avevano sparato, così, scolpito in una perpetua nostalgia di sua giovinezza guerriera, biondo pur sempre, poi biondo sempre più chiaro, comunque (a dargli retta) stratosfericamente antiborghese. A questo punto però, carissime signore lettrici e signori lettori, scusatemi tanto se divago (se ho l’aria di divagare), ma non posso e non debbo tacere di un episodio minuscolo, d’accordo, ma di grande potenza simbolica, ve lo debbo: questo. A metà settembre 1947 (metà settembre è certo, 47 meno), Santa Marinella, ore 19 e qualcosa, arriva da Roma FM, posteggia sull’orlo della strada a mare, lascia dentro la sua macchinetta giacca, scarpe e calzini, e a piedi nudi scende sulla piattaforma della cabina di famiglia dove c’è una zia (esatto: quella dei tappeti) che sta lì sulla sua poltroncina di paglia a leggere qualcosa nel fresco della brezza vespertina, e anche io stesso ci sono che ero lì per recuperare un accappatoio di spugna che non avevo trovato e, affacciato alla ringhierina di legno, già che c’ero guardavo il mare. Lui che fa? Saluta la zia Come va, zia G? arrivo da Roma, e anch’io... però, brrr che arietta! E ciò detto, ben sicuro che lei lo sta guardando, scende la scaletta, fa quattro cinque passi sulla passerella e, come se niente fosse, si tuffa. Zia mi guarda sgranando due perplessi occhi borghesi. Quattro cinque bracciate fra alghe sassi ed oloturie, e ecco il nostro FM che riguadagna rumorosamente la passerella, per poco non ci ripiomba nell’acqua bassa, e torna su per la scaletta tutto grondante e spruzzante come un cane buttato a mare per scherzo — tutto, nel senso di lui persona, i suoi pantaloni, la sua camicia fattasi trasparente sui capezzoli e una sua cravatta di foulard giallo (o rosa, ma questo non è il punto). Zia lo guarda abbastanza allibita, e gli dice solo E come mai? E lui rabbrividendo enormemente Come mai cosa? ho lasciato il costume a Roma; e lei E sarebbe una buona ragione per fare il bagno vestiti? e lui Be’, ero pure un po’ sudato e con questa arietta è meglio coprirsi; e lei Ma anche dentro il mare? e lui Perché no? in qualsiasi acqua fredda se tu ti copri mantieni un po’ di temperatura corporea: hai mai visto un palombaro? lei I palombari d’accordo, ma loro hanno la tuta; lui La muta, zia, comunque... Lei tace e lo sbircia che, continuando a rabbrividire ma un po’ meno, ora sta cercando nel gabbiotto della cabina l’accappatoio di spugna che non c’è.



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