Sia fatta la tua volontà by Hellmann Alfred

Sia fatta la tua volontà by Hellmann Alfred

autore:Hellmann, Alfred
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9783863589080
editore: Emons


18

L’autista del servizio di Limousine, puntuale all’appuntamento in stazione, andava particolarmente piano per farmi ammirare la Cancelleria federale, il Reichstag, la Porta di Brandeburgo e gli sfarzosi edifici di Unter den Linden. Fece persino una deviazione verso est, per passare davanti al Duomo e alla Torre della televisione, poi svoltò a destra e si diresse finalmente verso l’albergo. Mi aveva preso per un turista, forse a causa dei miei vestiti leggeri. Il sagrestano mi aveva prestato un vecchio ferro da stiro, con l’unico risultato che i miei pantaloni ora avevano un bel paio di macchie marroni.

Dalla Französische Straße svoltammo in una stradina a senso unico dalla quale si raggiungeva il garage sotterraneo del Sophie Charlotte. Tra le macchine parcheggiate ai lati del vicolo c’era probabilmente anche quella dei vigilantes, ma non mi preoccupai di scoprire quale fosse. I vetri posteriori della Limousine erano oscurati, ma scivolai lo stesso più in basso e sperai che la porta del garage si aprisse velocemente. Percorremmo la rampa, il semaforo diventò verde e la porta cominciò a muoversi. Felix aspettava vicino alla porta d’accesso interna.

Annunciai all’autista che sarei tornato in un paio d’ore. Annuì e accese il televisore sul cruscotto.

“Buona sera, signor Schmieder,” mi salutò Felix aprendo la porta. “Ha fatto buon viaggio?”

Superato l’ascensore, Felix mi condusse alle scale per salire al piano terra. Dopo un paio di corridoi e stanze di servizio, evitando la lobby, giungemmo all’entrata laterale del back office, che normalmente non veniva utilizzata.

“Che ci faccio con la valigia?” chiese Felix, che per la prima volta mi sembrò leggermente nervoso.

“La lasci qui, devo restituirla.”

Il prete mi aveva dato volentieri il suo piccolo trolley, probabilmente nella speranza di non rivedermi più, ma quando avevo cominciato a riempire la valigia di vecchi giornali impolverati ammucchiati nel suo ufficio, aveva chiuso gli occhi e scosso la testa in silenzio.

“Dove sono i vigilantes?” chiesi a Felix.

“Al momento in albergo ce n’è uno solo.”

Felix indicò il monitor dell’impianto di sicurezza. L’aveva configurato in maniera tale da alternare in tempo reale due inquadrature della hall: il bar con i tavolini e la scala antincendio, che copriva quasi del tutto gli ascensori, e, nella seconda immagine, la reception e l’ingresso principale.

Dietro il bancone, Juan, il barista, un formidabile intrattenitore quando si sentiva al centro dell’attenzione, sembrava quasi dormire in piedi con un’aria offesa. Lo aspettava un turno noioso.

Al bar sedeva un uomo dalla barba grigia, tutto preso dal suo cellulare. Vicino alla scala antincendio si stava salutando un gruppo di turisti e nemmeno le due donne d’affari di mezz’età, sedute nell’angolo vicino alla finestra e intente a ubriacarsi in silenzio, sembravano avere bisogno d’intrattenimento. Per finire, a uno dei tavolini di marmo c’era un uomo sui trent’anni seduto su uno sgabello dall’aria scomoda. Leggeva il giornale volgendo le spalle al bancone.

“Quello,” disse Felix indicandolo.

Annuii, mi sedetti alla scrivania e quando mossi il mouse vidi che il computer era già acceso e il programma delle prenotazioni aperto.

“Tra l’altro,” disse Felix, “Linda mi ha chiesto se sapessi dove si trova o come raggiungerla.



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