Siti Walter - 2014 - Exit strategy by Siti Walter

Siti Walter - 2014 - Exit strategy by Siti Walter

autore:Siti Walter [Siti Walter]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Biographical, Fiction
ISBN: 9788817072434
Google: ZE3aAgAAQBAJ
Amazon: B00IG4KB0G
editore: Rizzoli
pubblicato: 2014-03-10T23:00:00+00:00


Modena, agosto 2012

Mia sorella stessa me l’aveva sconsigliato, «l’hanno attaccata al respiratore ma non sanno quanto durerà, se vieni qui rischi di saltare gli appuntamenti per magari una settimana o più, quando saremo proprio alla fine ti chiamo io». Alle cinque il telefono aveva squillato ma ho finto di non sentire, mi sono riaddormentato e svegliato alle nove («ormai precipitarsi è inutile»). Quel pomeriggio era in programma una riunione alla Taodue, una delle tante ma a quella Pietro pareva tenere particolarmente: arrivavano gli autori professionisti del Grande Fratello patrocinati dalla Marcuzzi, noi intellettuali avremmo dovuto reggere l’impatto opponendo la profondità all’inerzia del codice. Poi c’era l’incontro con le vestali della moralità televisiva («con le suorine del Moige parlaci te che a me mi fanno cascare i coglioni») – sono stato in dubbio se non dire nulla di mamma e partire la sera, ma il menefreghismo sarebbe stato eccessivo. E l’improvvisa smorfia dolorosa del tycoon, la ferale notizia che attirava di colpo su di me tutta la compassione, avevano pure il loro charme.

Eccolo, il viso che non riuscivo a ricordare in viaggio: già composto nella bara sull’economico raso azzurrino. «Il momento che ho aspettato per tutta la vita» – qualcuno mi punirà per queste parole. Le logore condoglianze tra i fiori non scalfiscono quel viso di pietra: lì è finita la ragazzina con le gonne corte delle fotografie, poi la venticinquenne fiera della pettinatura a schiaffio e del frugoletto in braccio sua esclusiva proprietà, poi la quarantenne muta impastatrice di tagliatelle, infine la matrona grassa ancorata alla fragile certezza che mai nessuno in famiglia avrebbe osato dirle di no. I morti si somigliano tutti perché non somigliano più a niente, ma quelle labbra rientrate bevono ancora il ribrezzo.

«La bocca tende a socchiudersi perché si sono irrigiditi i muscoli della mandibola.»

Il prete lei non lo voleva neanche ma i morti hanno sempre torto e qualcuno che abbozzi un disegno simbolico, uno straccio di rito, è necessario. (Lei avrebbe voluto le bandiere rosse, figuriamoci.) Da Bambi a Gramellini le madri morte sono strazianti solo se lasciano dietro di sé un piccolo indifeso, non un vecchio stronzo; almeno sto tranquillo che di genitori non me ne muoiono più, li ho finiti. Questo cinismo è impreciso oltre che inutile, le labbra semiaperte rigurgitano il buio e mi inghiottono senza possibile fine.

Gerardo si è piazzato in un angolo, nessuno lo conosce e lui non conosce nessuno. «Io sto qui», incurante dell’opportunità e dei pettegolezzi. Poi si rifugia in macchina ma non osa seguirci al cimitero, dove ci ritroviamo in un capannello di intimi e le amiche solidali di mia sorella. Il lungo penoso cigolìo della mini-ruspa che scava la fossa, come un muletto cieco che si ostina. Lì l’eterna questione è in agguato: il riempimento avviene al rallentatore, la piramide di terra ha bisogno di essere ribadita periodicamente col rovescio della pala. Come a dire giù la testa, non ci provare, stai sepolta per sempre. Nella veglia di stanotte ogni tanto mi alzavo dalla sedia per assicurarmi che fosse morta davvero.



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