Sixteen Souls by Rosie Talbot

Sixteen Souls by Rosie Talbot

autore:Rosie Talbot [Talbot, Rosie]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2023-09-06T12:00:00+00:00


20

LE ROVINE

Incespico verso la casa diroccata sulla piazza, sprofondo nell’ombra e aspetto che gli uomini passino.

Stanno cercando me. Anzi no, lei. È in piedi fra le rovine di Saint-Lô, con la ruggine che le cola dai polpastrelli e insanguina la terra.

Non deve correre. Non deve mostrare paura. L’hanno quasi raggiunta a Caen, ma è riuscita ad aprirsi una via di fuga prima che la trovassero. Ha usato gli incantesimi per cambiare identità ed è arrivata fin qui. Può farlo di nuovo, essere qualcun altro, un nuovo nome, una nuova persona.

Scruto lo stipite fatiscente della porta e respiro la polvere, la puzza di fango e di fumo. So che cosa succede dopo.

Un camion si ferma. Si aprono le portiere. Scendono due inglesi dagli occhi freddi. È troppo tardi per scappare. L’uomo più alto si china su un corpo dilaniato tra le macerie. Qualunque cosa sussurri mi fa venire i brividi, sento il disgusto aumentare.

L’uomo con i riccioli folti e il viso di Sam mi chiama per nome. Gli sputo addosso, imprecando. Il tessuto ruvido mi graffia la pelle. Mi butta a terra su una pozza di acqua fangosa che mi si infila tra le dita. Una puzza infernale mi toglie il respiro: carne in decomposizione, ammoniaca, carbone, metallo caldo e terra bruciata.

Mi sono perso, mi sono perso nei suoi ricordi e non riesco a uscirne.

La corda mi morde i polsi. La pelle mi brucia.

Qualcuno grida. «Taglia ancora, scava più a fondo. Strappaglielo se necessario.»

La donna mi osserva dall’angolo. I suoi occhi sono pozzi scuri, la vita l’ha abbandonata da tempo. Il sangue che le cola dalla punta delle dita diventa un rivolo, poi un torrente.

* * *

«Charlie.» Il mio nome. Pronunciato di nuovo, questa volta più da vicino. Sono in un letto. No, sono sul pavimento. Sam è in ginocchio accanto a me. Il bagno è buio ma riesco a distinguere i suoi capelli disordinati e il suo profilo. Vederlo mi riporta in un mondo senza carne lacerata e puzza di sangue.

«Stai bene?» mi chiede.

Grugnisco un: «Sì, bene» passandomi le dita fra i capelli sudati. Poi mi guardo il dorso delle mani, tozze e con le unghie mangiucchiate, perché non riesco a credere di essere sveglio.

In bagno il caldo è soffocante. A un certo punto devo essermi tolto i vestiti e aver buttato via le coperte. All’improvviso mi sento in imbarazzo con indosso solo i boxer, il che è stupido, perché Sam mi ha già visto in pantaloncini all’ospedale. Ma allora non era così vicino, non eravamo appena fuggiti insieme da un covo sotterraneo e non gli avevo ricucito un buco nel collo.

Mi tiro le coperte sopra i moncherini. «Dove sono gli altri?» chiedo.

Si appoggia alla vasca da bagno. «Heather e Ollie sono andati al cimitero, per tenere sotto controllo la situazione. Villiers è di guardia fuori.»

Non è da loro andarsene senza svegliarmi. Il mio primo istinto è pensare che Sam stia mentendo e che sia successo qualcosa di terribile, ma so che l’ansia è dovuta al sogno. Cerco di respirare.

«Incubo?» mi chiede.



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