Socci Antonio - 2018 - Il segreto di Benedetto XVI by Socci Antonio

Socci Antonio - 2018 - Il segreto di Benedetto XVI by Socci Antonio

autore:Socci Antonio [Socci Antonio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Religion, Christianity, History
ISBN: 9788858695470
Google: Mmx2DwAAQBAJ
Amazon: B07K743TC8
editore: Rizzoli
pubblicato: 2018-11-26T22:00:00+00:00


In effetti, quanto afferma successivamente Gänswein (che interpreta addirittura come un segno «drammatico» il fulmine sulla cupola di San Pietro) mostra che siamo di fronte a «una svolta storica» nella cornice dello «scontro» (testuale) tra il «Partito del sale della terra» (che sosteneva Ratzinger nel Conclave del 2005) e il «Gruppo di San Gallo» (che invece sosteneva Bergoglio).

Quello al pontificato d’eccezione/stato d’eccezione è, dunque, un richiamo filosofico ben meditato e appropriato.

Naturalmente, l’evocazione di questa espressione, a sua volta, non chiarisce la questione, ma, anzi, suscita una serie di interrogativi ancora più gravi e che restano per ora irrisolti.

Infatti l’arcivescovo Gänswein elogia Regoli, l’autore del libro, perché «non avanza la pretesa di sondare e spiegare completamente quest’ultimo, misterioso passo» che aveva definito «passo di millenaria portata storica».

È ovvio che – se lo stesso arcivescovo collaboratore di Benedetto XVI lo definisce «misterioso» e ancora da spiegare – siamo di fronte a qualcosa di enorme che non è ancora stato svelato. Il fatto stesso che non possa essere detto (almeno per ora) autorizza qualunque ipotesi.

Tuttavia, qualcosa è stato chiarito, in particolare dallo stesso monsignor Gänswein che – a proposito del testo della Declaratio – ha spiegato qual è la «parola chiave» da capire: munus.

Così si direbbe che la concordanza con l’interpretazione di Stefano Violi è molto evidente.

Oltretutto Gänswein aggiunge la spiegazione che è obiettivamente esplosiva:

Prima e dopo le sue dimissioni Benedetto ha inteso e intende il suo compito come partecipazione a un tale «ministero petrino». Egli ha lasciato il Soglio pontificio e tuttavia, con il passo dell’11 febbraio 2013, non ha affatto abbandonato questo ministero. Egli ha invece integrato l’ufficio personale con una dimensione collegiale e sinodale, quasi un ministero in comune. […] Dall’elezione del suo successore Francesco il 13 marzo 2013 non vi sono dunque due papi, ma de facto un ministero allargato – con un membro attivo e un membro contemplativo. Per questo Benedetto XVI non ha rinunciato né al suo nome, né alla talare bianca. Per questo l’appellativo corretto con il quale rivolgerglisi ancora oggi è «Santità»; e per questo, inoltre, egli non si è ritirato in un monastero isolato, ma all’interno del Vaticano – come se avesse fatto solo un passo di lato per fare spazio al suo successore e a una nuova tappa nella storia del papato che egli, con quel passo, ha arricchito con la «centrale» della sua preghiera e della sua compassione posta nei Giardini vaticani.



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