Spezie by Francesco Antinucci

Spezie by Francesco Antinucci

autore:Francesco Antinucci [Antinucci, F.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: i Robinson / Letture
ISBN: 4e15bddcc5ddbb8b64094e3b670f2a9073093683
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2014-07-14T22:00:00+00:00


La Spagna si affaccia da ovest

Esiste per il Portogallo un pericolo potenzialmente ben più grave del contrabbando. Una potenza di tutt’altra dimensione e pericolosità, vale a dire la Spagna di Carlo V, re e imperatore del Sacro Romano Impero, nonché sovrano d’Austria e di una mezza dozzina di altri Stati. Ma le questioni sulle reciproche sfere di influenza non erano state sistemate una volta per tutte con il trattato di Tordesillas, in base al quale la corona spagnola poteva espandersi solo a ovest del 46esimo meridiano? Il fatto è che la Spagna è arrivata in quel teatro proprio continuando a navigare a ovest del 46esimo meridiano.

Già alla morte di Colombo, si cominciava ad avere più di qualche sospetto che le terre da lui scoperte poco avessero a che fare con le Indie e anche col Giappone. Quando poi, nel 1513, Vasco Nuñez de Balboa attraversa l’istmo di Panama trovando di fronte a sé un’enorme distesa d’acqua, rimangono ben pochi dubbi che le Indie, quelle vere, siano al di là di quell’Oceano. E siccome sono sempre le spezie la merce più ambita, e in quel continente di mezzo non ve n’è traccia, riavvampa l’idea colombiana di buscar el levante por el poniente: bisogna solo navigare molto più a occidente di quanto Colombo non abbia fatto. E, naturalmente, trovare il passaggio dall’Oceano Atlantico all’Oceano Pacifico.

È un giovanissimo re Carlo in persona, appena diciottenne, a incaricare e finanziare l’uomo che l’impresa l’avrebbe compiuta: anche lui un portoghese che, deluso dal suo sovrano, si rivolge a quello di Spagna: Ferdinando Magellano. E Magellano alle Indie arriva, alla loro estremità più orientale e più ambita, le Isole Molucche, dopo aver cercato inutilmente di trovare un passaggio attraverso il continente americano, essere andato fino alla sua estrema punta sud, come Diaz e da Gama per l’Africa, e aver attraversato per quasi quattro mesi quell’enorme Oceano che lui stesso chiama “Pacifico”.

Purtroppo non tornerà mai indietro a godere i frutti della sua impresa: muore infatti in una scaramuccia locale in quelle che diventeranno – in onore del sovrano che seguirà Carlo, il figlio Filippo II – le Isole Filippine. Delle cinque navi partite ne tornerà una sola, con soli 18 dei 270 uomini che erano salpati. A bordo, un carico di 26 tonnellate di chiodi di garofano, presi a Tidore, una delle Molucche: la vendita del carico non solo copre le spese sostenute e la perdita delle altre navi, ma genera anche un discreto profitto per gli investitori.

L’impresa, che vede l’entusiasmo di Carlo e immediati preparativi per una replica più decisa, allarma subito il re portoghese, il successore del “Fortunato” Manuel, Giovanni III, che affretta la costruzione di un forte su una delle Molucche e chiama il re di Spagna a rendere conto di quella che lui considerava una violazione del trattato di Tordesillas. La cosa però è tutt’altro che ovvia. Come abbiamo detto, la Spagna, quel trattato, lo aveva rispettato: era andata a ovest del 46esimo meridiano. È però altresì ovvio, essendo la Terra rotonda, che prima



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