Storia delle donne nel regime fascista by Victoria De Grazia

autore:Victoria De Grazia [Grazia, Victoria De]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Marsilio
pubblicato: 2023-09-06T17:23:40+00:00

2. IL LAVORO FEMMINILE NEL SISTEMA CORPORATIVO

Lo sviluppo di una specifica politica fascista di discriminazione marciò di pari passo con la ristrutturazione dell’economia iniziata nella seconda metà degli anni venti. Col blocco dell’emigrazione all’estero e il crollo dei prezzi agricoli dopo il 1925, l’offerta di manodopera tanto maschile che femminile saturò il mercato, mentre la domanda cresceva molto lentamente. La riconversione industriale incoraggiò gli imprenditori a meccanizzare e introdurre metodi di lavoro «razionalizzati», che accrescevano la produzione con ridotto impiego di forza lavoro12. Gli uffici pubblici, dal canto loro, limitarono le assunzioni in nome dell’austerità. Il regime non intervenne con programmi di sostegno all’occupazione, ma cercò altre vie, meno costose, per ridurre l’eccessiva offerta di lavoro. Un provvedimento, all’insegna dell’antiurbanesimo, fu il foglio di via per rispedire alle località di origine i disoccupati non residenti. L’altra strada – segnata dall’ideologia quanto prima – fu la riduzione dell’occupazione femminile.

L’esodo delle donne dal campo del lavoro avrebbe senza dubbio una ripercussione economica su molte famiglie – affermò Mussolini in un discorso del 1934 – ma una legione di uomini solleverebbe la fronte umiliata e un numero centuplicato di famiglie nuove entrerebbe di colpo nella vita nazionale. Bisogna convincersi che lo stesso lavoro che causa nella donna la perdita degli attributi generativi, porta nell’uomo a una fortissima virilità fisica e morale13.

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