Storia dell'utopia by Lewis Mumford

Storia dell'utopia by Lewis Mumford

autore:Lewis Mumford
La lingua: ita
Format: epub
Tags: General, Philosophy, Political, History
ISBN: 9788858829271
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2017-06-27T22:00:00+00:00


Se Platone semplicemente elimina il problema del lavoro nella Repubblica lasciando che le cose restino esattamente come sono, per Bellamy la soluzione dell’organizzazione del lavoro e della distribuzione della ricchezza è la chiave di ogni altra istituzione nella sua utopia.

Negli Stati Uniti del 1887 la crescita delle organizzazioni sindacali e l’accumulazione di capitali in trusts erano i due fattori economici fondamentali: l’ospite di Julius West, dottor Leete, descrive come questo accumulo e queste organizzazioni erano continuati finché, con un semplice cambio di marcia, «l’epoca dei trusts era finita nel Grande Trust».

In una parola «gli abitanti degli Stati Uniti decisero di assumersi l’amministrazione dei loro affari proprio come cento anni prima si erano assunti la condotta del loro governo, organizzandosi ora per scopi industriali esattamente sulle stesse basi su cui si erano organizzati per scopi politici». Era stata violenta questa trasformazione? No, tutto era stato preparato in anticipo dall’opinione pubblica, le grandi società avevano gradualmente abituato ciascuno a un’organizzazione su larga scala, e l’ultimo passo di far confluire tutte le grandi società in un’unica società nazionale avvenne senza contrasti. Con la nazionalizzazione dei mulini, dei macchinari, delle ferrovie, delle fattorie, delle miniere e del capitale in generale, tutte le difficoltà di occupazione svanirono, poiché ogni cittadino divenne in virtù della sua cittadinanza un impiegato del governo, e trovò una occupazione secondo i bisogni dell’industria.

Nel Duemila «l’esercito dei lavoratori» non è un modo di dire: si tratta di un vero esercito, poiché la nazione è un’unica entità industriale, e il principio secondo il quale vengono reclutate le forze del lavoro è il servizio industriale obbligatorio e universale. Dopo che l’educazione di un individuo è portata a termine nel comune sistema scolastico che si realizza attraverso collegi, egli deve servire per un periodo di tre anni in un esercito di lavoratori non specializzati, che svolge tutti i semplici compiti quotidiani della comunità.

Quando è passato questo periodo, può offrirsi come recluta in ciascuno dei commerci e delle professioni che vengono dichiarati aperti dal governo e può addestrarsi in attesa del suo arruolamento fino all’età di trent’anni nelle scuole e negli istituti nazionali. Allo scopo di attrarre la gente verso quei lavori in cui c’è bisogno di uomini, vengono stabiliti orari ridotti, e per i mestieri pericolosi si richiedono volontari. Non vi sono comunque discriminazioni nella paga. Ad ogni persona è accreditata una somma di quattrocento dollari all’anno alla Banca Nazionale, somma che egli riceve in ragione dei suoi bisogni come uomo e non in ragione delle sue capacità di lavoratore. Invece di essere compensato per avere dato la piena misura delle sue energie e capacità, un uomo viene penalizzato se non lo fa. È possibile passare da un tipo di attività a un altro, sotto certe condizioni, come è possibile in marina cambiare il proprio posto e richiedere di servire in un’altra nave o in un’altra base, ma eccettuata la possibilità di ritirarsi a trentatré anni a mezzo stipendio, ognuno deve lavorare fino a quarantacinque anni.

Esiste un’eccezione a questa regola; e possiamo notare ironicamente che è fatta in favore della corporazione degli scrittori.



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