Storie di piccola borghesia by Guy de Maupassant

Storie di piccola borghesia by Guy de Maupassant

autore:Guy de Maupassant [Maupassant, Guy de]
La lingua: ita
Format: mobi
editore: Passigli
pubblicato: 1988-12-31T23:00:00+00:00


UNA SERATA

Il maresciallo d'alloggio Varajou aveva ottenuto otto giorni di permesso che egli intendeva passare da sua sorella, la signora Padoie. Varajou, di guarnigione a Rennes, conduceva in quella città vita piuttosto scapigliata; ora, trovandosi a secco di danaro ed essendo ai ferri corti con il resto della famiglia, aveva scritto a sua sorella che intendeva consacrarle una settimana di libertà. Il motivo andava ricercato non in un suo particolare affetto per la signora Padoie, che era una donnetta moralizzante, devota e sempre irritata, ma nel fatto che aveva bisogno di danaro, un grande bisogno, ed in quel frangente si era ricordato che i Padoie erano i soli parenti che non avesse ancora taglieggiato.

Il padre di Varajou, che era stato orticoltore ad Angers e che oramai si era ritirato dagli affari, aveva da tempo chiuso i cordoni della borsa a quello scapestrato di figlio e non lo vedeva da due anni. La figlia aveva sposato Padoie, da tempo impiegato alle Finanze, e che, proprio in quei giorni, era stato nominato ricevitore delle imposte a Vannes.

Dunque, Varajou, sceso dal treno, si fece subito portare alla casa del cognato. Lo trovò in ufficio, occupato a discutere con alcuni contadini bretoni dei dintorni. Padoie si alzò dalla sedia, gli tese la mano al di sopra della scrivania coperta di carte, e gli disse a bassa voce:

«Prendete una seggiola, mi libererò presto». E, rimessosi seduto, continuò la discussione.

I contadini non comprendevano affatto le sue spiegazioni e il ricevitore non capiva i loro ragionamenti; lui parlava francese e gli altri bretone, ed il commesso, che avrebbe dovuto servire da interprete, aveva l'aria di non capire né l'uno né gli altri.

L'attesa si protrasse a lungo, troppo a lungo. Varajou osservando suo cognato pensava: «Che cretino!». Padoie doveva essere vicino ai cinquanta; era alto, magro, ossuto, villoso, con folte sopracciglia che gli ombreggiavano gli occhi con due arcate di peli. Aveva in testa un berretto di velluto ornato di galloni d'oro e guardava dinanzi a sé languidamente, così come erano languidi e molli il suo gesto, il suo pensiero, la sua parola. Varajou continuava ad osservarlo e ripeteva: «Che cretino».

Lui era, invece, uno di quegli esseri chiassosi e schiamazzatori per i quali la vita non presenta che due grandi attrattive: il caffè e le prostitute; al di fuori di quei due poli dell'esistenza, egli non ammetteva altro. Millantatore, rumoroso, pieno di disprezzo per gli altri, dall'alto della sua ignoranza considerava con disdegno l'intero universo.

Quando aveva detto: «Corpo di Bacco! Che cannonata!» era arrivato ad esprimere il più alto grado di ammirazione di cui fosse capace il suo spirito.

Padoie, avendo finalmente terminato con i contadini, gli chiese:

«State bene?».

«Non c'è male, come vedete. E voi?».

«Abbastanza bene, grazie. Siete stato gentile a venirci a fare una visita».

«Oh, ci pensavo da tempo; ma sapete! Il mestiere di soldato non offre molta libertà».

«Lo so, lo so! Non importa, siete stato gentile!».

«E Giuseppina sta bene?».

«Sì, sì, grazie verrà tra poco».

«Dov'è?».

«È andata a fare una visita. Abbiamo molte relazioni, qui. È una città veramente simpatica».



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