Storie. Vol. III by Tito Livio

Storie. Vol. III by Tito Livio

autore:Tito Livio
La lingua: ita
Format: epub
editore: UTET
pubblicato: 2013-05-02T16:00:00+00:00


[41, 1] Come durante tutta la sua vita, così allora in occasione della sua candidatura, si stringevano contro lui i nobili; e avevano fatto lega per escluderlo dalla carica (tranne L. Flacco che gli era stato collega nel consolato) tutti i candidati, [2] non soltanto per conquistarla loro piuttosto che lui, o perché non si rassegnavano a veder censore un uomo nuovo, ma anche perché s’aspettavano, da uno che era stato attaccato da parecchi e che era pronto ad attaccare, una censura severa602 e pericolosa per il buon nome di molti. [3] E in realtà anche allora si presentava alle elezioni con fare minaccioso, protestando che gli erano contro quelli che temevano una censura indipendente ed energica. Al tempo stesso appoggiava L. Valerio603: [4] quello era il solo collega604, diceva, col quale poter reprimere la nuova corruzione e ristabilire gli antichi costumi. Conquistato da questi discorsi il popolo605 non solo creò censore, contro l’opposizione della nobiltà, M. Porcio, ma gli aggiunse come collega L. Valerio Flacco.

[5] Subito dopo i comizi dei censori606, i consoli e i pretori partirono per le rispettive province, tranne Q. Nevio trattenuto non meno di quattro mesi, prima di partire per la Sardegna, dai processi per veneficio607, di cui gran parte tenne fuori di Roma nei municipii e nelle località minori608, perché così era parso più opportuno. [6] Se vogliamo609 credere a Valerio Anziate, ne condannò circa duemila. Anche il pretore L. Postumio610, cui era toccata la giurisdizione di Taranto, represse estese sommosse di pastori, e concluse con solerzia gli ultimi strascichi dell’inchiesta sui Baccanali. [7] Dei molti che, annidati in quel lembo d’Italia, non avevano risposto alla citazione o avevano mancato611 ai loro mallevadori, parte condannò612 come colpevoli, parte mandò in stato d’arresto a Roma al senato613. Tutti furono messi in ceppi da P. Cornelio614.

[42, 1] Nella Spagna Ulteriore615, fiaccati i Lusitani dall’ultima guerra, la situazione si mantenne tranquilla; nella Citeriore A. Terenzio2 in terra Suessetana616 espugnò con vinee617 e opere d’assedio la città di Corbione618, vendé i prigionieri; in seguito anche la provincia Citeriore vide l’esercito svernare tranquillo. [2] I pretori scaduti C. Calpurnio Pisone e L. Quinzio tornarono a Roma. Ad entrambi fu decretato il trionfo con unanime consenso dei padri coscritti. [3] Primo trionfò619 C. Calpurnio sui Lusitani e i Celtiberi; recò ottantatré corone d’oro e dodicimila libbre d’argento. [4] Dopo pochi giorni trionfò L. Quinzio Crispino sempre sui Lusitani e sui Celtiberi; altrettanto oro e argento fu recato in questo trionfo.

[5] M. Porcio e L. Valerio, eletti censori, fecero la revisione620 del senato in mezzo ad un’attenzione ansiosa: allontanarono sette dal senato621, di cui uno segnalato per nobiltà e cariche ricoperte622, L. Quinzio Flaminino. [6] Già al tempo dei padri sembra ci fosse l’uso che i censori aggiungessero una motivazione623 scritta per gli espulsi dal senato. Fra le altre pur aspre requisitorie che restano di Catone624 contro quelli che egli aveva rimossi dal senato o ai quali aveva tolto il privilegio625 del cavallo, [7] di gran lunga la più pesante fu quella appunto contro L.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.