Streghe all'Opera by Terry Pratchett

Streghe all'Opera by Terry Pratchett

autore:Terry Pratchett [Pratchett, Terry]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Salani Editore
pubblicato: 2023-03-24T21:14:48+00:00


Mio caro Bucket,

le sarò molto grato se Christine canterà la parte di Laura stasera. Le assicuro che ne è perfettamente capace.

Il secondo violino è un po’ lento, mi pare, e il secondo atto ieri sera è stato francamente molto legnoso. Non va bene per niente.

La prego di dare il benvenuto da parte mia al Señor Basilica. Mi congratulo con lei per il suo arrivo.

Tante care cose,

Il Fantasma dell’Opera

«Signor Salzella!»

Salzella alla fine fu trovato. Lesse anche lui il biglietto. «Non ha intenzione di cedere, vero?» disse.

«Lei canta davvero in modo superbo, Salzella».

«Quella Nitt, vuol dire?»

«Be’, sì… ha capito cosa intendo».

«Ma questo non è nient’altro che un ricatto!»

«Dice? Non ha fatto nessuna minaccia».

«L’ha fatta… cioè, le ha fatte cantare ieri sera, e guardi che cosa è successo al povero Maestro Fossa».

«Lei cosa suggerisce, allora?»

Ci fu un’altra serie di colpi disarticolati alla porta.

«Entra, Walter» dissero all’unisono Bucket e Salzella.

Walter entrò con il recipiente del carbone.

«Sono stato dal Capitano Vimes della Guardia cittadina» disse Salzella. «Dice che manderà qui alcuni dei suoi uomini migliori stasera. In incognito».

«Mi pareva che avesse detto che sono tutti incompetenti».

Salzella si strinse nelle spalle. «Dobbiamo fare le cose secondo le regole. Sapeva che il Maestro Fossa è stato strangolato prima di essere appeso?»

«Impiccato» lo corresse Bucket, senza pensare. «Le persone si impiccano. La carne morta viene appesa».

«Ah sì?» disse Salzella. «Grazie per l’informazione. Quindi il povero vecchio Fossa è stato strangolato, a quanto pare. E poi appeso».

«Salzella, lei ha davvero uno strano…»

«Ho finito, signor Bucket!»

«Sì, grazie Walter. Puoi andare».

«Sì, signor Bucket!»

Walter si chiuse la porta alle spalle, molto coscienziosamente.

«Temo che qui funzioni» disse Salzella, «se non si trova un modo per affrontare… sta bene, Bucket?»

«Cosa?» Bucket, che fissava la porta, scosse la testa. «Sì, sì. Ehm. Walter…»

«Cosa c’entra lui?»

«Lui… è a posto, vero?»

«Ah, è un po’… strano. Però è innocuo, se è questo che intende. Alcuni macchinisti e musicisti sono un po’ crudeli con lui… Sì, insomma, lo mandano a cercare un secchio di vernice invisibile o un sacchetto di buchi da muro, cose così. Lui crede a quello che gli si dice. Perché?»

«Oh, niente… curiosità. È sciocco, in effetti».

«Be’, sì, tecnicamente direi di sì».

«No, volevo dire… non importa…»

Nonna Weatherwax e Tata Ogg uscirono dall’ufficio di Goatberger e si avviarono pudicamente lungo la strada. O quantomeno Nonna si avviò pudicamente. Tata le stava dietro come poteva.

Ogni trenta secondi chiedeva: «Quant’è esattamente?»

«Tremiladuecentosettanta dollari e ottantasette pence» disse Nonna. Aveva l’aria pensierosa.

«Secondo me è stato gentile a cercare in tutti i posacenere qualche monetina in più» disse Tata. «Dove riusciva ad arrivare, certo. Quant’è esattamente?»

«Tremiladuecentosettanta dollari e ottantasette pence».

«Non ho mai avuto settanta dollari in vita mia» disse Tata.

«Non ho detto solo settanta dollari, ho detto…»

«Sì, lo so. Ma ci sto arrivando per gradi. Posso dire solo una cosa dei soldi. Grattano parecchio».

«Non capisco perché tieni il borsellino nella gamba dei mutandoni» disse Nonna.

«È l’ultimo posto in cui qualcuno guarderebbe». Tata sospirò. «Quanto hai detto che è?»

«Tremiladuecentosettanta dollari e ottantasette pence».

«Mi servirà un barattolo più grande».

«Ti servirà anche un camino più grande».



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