Sulla Traccia Di Nives by Erri de Luca

Sulla Traccia Di Nives by Erri de Luca

autore:Erri de Luca [Luca, Erri de & Meroi, Nives]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Sports & Recreation, Mountaineering
ISBN: 9788804547358
Google: bLpwAAAAMAAJ
editore: Mondadori
pubblicato: 2005-08-14T22:00:00+00:00


(Ante)

E: Ci sono stati uomini che hanno affrontato le peggiori intemperie senza attrezzatura, indifesi. Ho avuto per amico un poeta jugoslavo, Ante Zemljar, comandante partigiano durante la seconda guerra mondiale. Dopo la vittoria, Tito ruppe con Stalin e molti comunisti jugoslavi furono imprigionati per sospetta amicizia con la Russia. Tra queste migliaia Ante trascorse cinque anni nella peggiore colonia penale, Isola Nuda, Goli Otok, a spaccare pietre e a farsi spaccare le ossa dalle guardie. Morì di percosse il dieci percento di prigionieri, in quei primi anni cinquanta.

Ante è riuscito a scrivere poesie anche laggiù, su carta di sacco di cemento, con un carboncino, poi le nascondeva. Era proibito scrivere. La poesia gli servì da corazza, da festa, da riserva di energia. Se non è questo, la poesia non è niente. È stata la più forte macchina di resistenza del novecento per chi non metteva fede in nessun Dio. In una sua poesia di prigioniero sull'isola dannata, ci ha messo la parola "Himalaia". Quando al mattino la guardia gli fa percorrere il corridoio col secchio degli escrementi e gli grida dietro: «Bandito, presto» e l'incalza coi colpi. Allora Ante ha scritto:

Mi lodo perché dimentico la guardia

(«Presto! Presto!»)

coraggio, mi dico, dimentico la guardia

(«Presto! Presto!»)

la più grande vittoria è dimenticare la guardia,

mi lodo sfacciatamente

(«Presto! Presto!»)

Il corridoio è l'Himalaia

prima che Alessandro l'intravedesse,

è l'Atlantico prima di Colombo,

quanti secoli di viaggio per attraversarlo

e io l'ho superato

e ho dimenticato la guardia nel corridoio

(«Presto! Presto, bandito!»)

e io l'ho dimenticata,

sono il viaggiatore e il timoniere coraggioso

col secchio attraverso il corridoio

mi devo per forza elogiare per la scoperta,

più grande della vostra, alpinisti,

più grande della vostra, marinai,

lancio uno sguardo:

la curva del corridoio gira sopra l'Himalaia,

sono Alessandro che si affaccia lassù, subito dopo invece ecco San Salvador, sono arrivato.

Ci sono stati uomini che hanno superato giorni e anni in queste spedizioni da un muro all'altro, nella pressione schiacciante dei centimetri, dormendo su tavolacci coi gomiti incastrati in quelli del compagno di cella. E così hanno viaggiato doppiando il capo del giorno con la fierezza segreta di essere alpinisti e marinai, richiamando in se stessi le energie di quelle altre imprese, mentre si abbassavano sotto i colpi e si aggrappavano alla vita con pezzi di poesia per non farsi strappare dal suolo. Ante Zemljar è morto l'anno 04 del secolo corrente e si è chiusa per me un'altra finestra. Ho fatto il muratore e so che è bello in un muro aprire una breccia, anche abusiva, per farci una finestra. E so che è lutto murare una finestra, spegnerne la luce. La perdita di Ante è una finestra murata. L'ho rifinita a intonaco grezzo per non nasconderla, per ricordare che lì c'era un'apertura a mezzogiorno e dietro c'era una stanza e un uomo.



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