Sulle soglie dell'infinito by Robert Moore Williams

Sulle soglie dell'infinito by Robert Moore Williams

autore:Robert Moore Williams [Williams, Robert Moore]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Urania 209
editore: emmebooks
pubblicato: 2017-10-05T16:00:00+00:00


Appena la cortina fu lacerata, Jed Ambro si accorse che essa era stata sempre lì, nella sua mente, ma così ben camuffata e tanto abilmente confusa allo sfondo mentale, che lui non ne aveva avuto coscienza.

Scomparso lo schermo, tornò in sé e si ritrovò sulla superficie di Plutone, occupato ad addestrare l'X81 che lottava per uscire dal crepaccio.

E apparve l'astronave!

Ricordando, a un tratto, quello che era accaduto, Jed la vide apparire. C'era stata dunque davvero un'astronave... Fino a quel momento, non potendo ricordarsi nulla, non aveva avuto la certezza di averla veduta. Ora, tornando con la memoria a quegli istanti in cui esterrefatto l'aveva fissata, sentì nuovamente di perdere i sensi. Anche la prima volta che l'aveva vista apparire aveva perso i sensi. Se lo ricordava bene e comprendeva, almeno in parte, cos'era successo.

In circostanze diverse, ricordando quello che gli avevano fatto, si sarebbe arrabbiato; ora non provò risentimento alcuno.

La sua mente, funzionando come una macchina da presa, gli fece passare dinanzi alla vista interiore quello che gli era successo e quello che nemmeno sapeva gli fosse successo, perché non ne serbava memoria. Gli mostrò anche quello ch'era avvenuto di lui nel salotto di Konar e dopo che l'ebbero trasportato altrove. La rabbia lo avrebbe divorato se il suo animo non fosse stato nello stato in cui era, ma ormai la rabbia non poteva più esistere in lui, o giaceva immota in un recesso schermato.

Distaccato da tutto, solitario e lontano, vedeva le cose che gli passavano davanti agli occhi della mente, ma non ne restava impressionato.

Isolato da tutto, inconcepibilmente apatico ed estraneo, considerava gli umani e le loro sofferenze senza importanza né consistenza. Allo stesso modo giudicava se stesso e il proprio dolore.

La vista gli funzionava normalmente. Poteva vedere Gail Tempe. Che poi la ragazza avesse lo sguardo atterrito lo lasciava indifferente, tant'era insensibile a tutto, in quel momento. Anche Gail Tempe non aveva alcuna importanza, non svegliava in lui alcun interesse. Né Jed Ambro aveva alcuna importanza. Nemmeno il Comandante Echoff ne aveva, e il dottor Gregory, capo della sezione scientifica, non valeva di più. Konar non significava nulla, l'X81 non era da prendersi in considerazione, la conquista del Mare Spaziale era cosa di nessun interesse. La Base di Plutone non significava niente, come l'intero pianeta, il Sistema Solare al completo. E la Terra cos'era? Un'arancia roteante nel Vasto Vuoto Spaziale, un'arancia di nessuna importanza. L'intero Sistema Solare era soltanto una molecola dell'infinito.

Due cose sole avevano importanza. La voce che parlava nel suo cervello e gli ordini che gli dava. Erano ordini importanti, perché lo diceva la voce. Gli diceva anche che lui non poteva fare niente di sua propria volontà ed arbitrio, che, per lui, l'unica cosa era ubbidire.

E gli parlava in un modo da indurlo a credere tutto quanto diceva.

"Attento agli ordini!" disse la voce.

"Bene, signore" rispose Jed.

La voce allora gli spiegò cosa doveva fare. Diede gli ordini e gli infuse la forza per eseguirli.

Quella forza non gli parve né immensa né fuori del comune. Sentiva di possederla, ne era conscio.



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