Tabucchi Antonio - 2020 - Che ore sono da voi? Racconti scelti da Paolo Di Paolo by Tabucchi Antonio

Tabucchi Antonio - 2020 - Che ore sono da voi? Racconti scelti da Paolo Di Paolo by Tabucchi Antonio

autore:Tabucchi Antonio [Tabucchi Antonio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General, Short Stories (single author)
ISBN: 9788807034015
Google: W8QJzgEACAAJ
editore: Feltrinelli
pubblicato: 2020-06-14T21:00:00+00:00


I treni che vanno a Madras

I treni che da Bombay vanno a Madras partono dalla Victoria Station. La mia guida assicurava che una partenza dalla Victoria Station vale da sola un viaggio in India, e questa era la prima motivazione che mi aveva fatto preferire il treno all’aereo. La mia guida era un libretto un po’ eccentrico che dava consigli perfettamente incongrui, e io lo stavo seguendo alla lettera. Il fatto era che anche il mio viaggio era perfettamente incongruo, dunque quello era il libro fatto apposta per me. Trattava il viaggiatore non come un predone avido di immagini stereotipe al quale si consigliano tre o quattro itinerari obbligatori come nei grandi musei visitati di corsa, ma alla stregua di un essere vagante e illogico, disponibile all’ozio e all’errore. Con l’aereo, diceva, farete un viaggio comodo e rapido, ma salterete l’India dei villaggi e dei paesaggi indimenticabili. Con i treni di lunga percorrenza vi sottoporrete al rischio di soste fuori programma e potrete anche arrivare un giorno più tardi del previsto, ma vedrete la vera India. Però, se avrete la fortuna di prendere il treno giusto, sarà puntualissimo e confortevole, avrete cibo eccellente e un servizio perfetto, e un biglietto di prima classe vi costerà meno della metà di un biglietto aereo. E poi non dimenticate che sui treni indiani si possono fare gli incontri più imprevedibili.

Queste ultime considerazioni mi avevano definitivamente convinto; e forse mi era anche capitata la fortuna del treno giusto. Avevo attraversato paesaggi di rara bellezza, o comunque indimenticabili per l’umanità che avevo visto; il vagone era di un conforto eccezionale, l’aria condizionata gradevole, il servizio impeccabile. Stava calando il crepuscolo e il treno attraversava un paesaggio di montagne rosse e scabre. Il servitore entrò con uno spuntino su un vassoio di legno laccato, mi porse una salvietta umida, mi versò il tè, mi informò con discrezione che ci trovavamo in mezzo all’India. Mentre mangiavo sistemò la mia cuccetta, specificò che il vagone ristorante restava aperto fino alla mezzanotte e che se desideravo cenare nel mio scompartimento bastava suonassi il campanello. Lo ringraziai con una piccola mancia e gli restituii il vassoio vuoto. Poi restai a fumare guardando dal finestrino quel panorama ignoto, pensando al mio strano itinerario. Andare a Madras a visitare la Società Teosofica, per un agnostico, e per di più fare due giorni di treno, era un’impresa che probabilmente sarebbe piaciuta agli strambi autori della mia stramba guida di viaggio. Ma la verità era che una persona della Società Teosofica mi avrebbe potuto fornire un’informazione alla quale tenevo moltissimo. Era una tenue speranza, forse un’illusione, e non volevo bruciarla nel breve spazio di un viaggio aereo: preferivo cullarla e assaporarla con un certo agio, come si ama fare con le speranze alle quali teniamo molto e che sappiamo hanno poche possibilità di realizzarsi.

La frenata del treno mi strappò alle mie considerazioni, forse al mio torpore. Probabilmente mi ero appisolato per qualche minuto e il treno era già entrato in una stazione senza che potessi leggere il nome sul cartello.



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