teranesia by greg egan

autore:greg egan [egan, greg]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: fantascienza
pubblicato: 0100-12-31T23:00:00+00:00

3

Prabir dormì di nuovo in coperta, senza essere molestato dall'insonnia. Si svegliò alle prime luci, tutto indolenzito ma, chissà perché, contento come non si sentiva da mesi.

Si tuffò nelle acque del porto e nuotò lentamente avanti e indietro dalla barca a una boa di posizione tanto per sciogliersi i muscoli delle spalle. Da dondolanti imbarcazioni da pesca dirette al largo la gente lo salutava a gran voce, e in acqua il denso calore dell'alba non sembrava affatto opprimente. A Toronto aveva preso per qualche tempo l'abitudine di andare a fare qualche vasca, prima di recarsi al lavoro, in una piscina piena di fanatici depilati dalla testa ai piedi a scopo idrodinamico e con al polso-orologi sportivi fomiti di pseudo-IA suggeritrici di bracciate. Ma lo innervosiva, invece di distenderlo, così aveva finito per lasciar perdere.

Ripensando alle rivelazioni della sera prima, quel suo stato d'animo sereno gli apparve meno inspiegabile. Anche se la teoria di Grant si fosse rivelata erronea, in un modo o nell'altro i dati da loro raccolti avrebbero contribuito a gettar luce su quanto stava accadendo. Non era stato propriamente quello a condurlo fin lì, ma più ci pensava, più gli sembrava la soluzione di tutte le sue ansietà. Da quando Madhusree gli aveva parlato della spedizione, egli aveva considerato il diffondersi delle mutazioni come una sorta di enigmatica forza malevola propagatasi da Teranesia per riavviluppare la ragazza nelle sue grinfie, rivelando tutta l'illusorietà della loro fuga. Ciò era non meno assurdo delle ipotesi vomitate da quei pazzoidi incontrati ad Ambon, ma più chiaro diveniva l'autentico fondamento molecolare del fenomeno, più difficile sarebbe stato sostenere simili vaneggiamenti. Una risposta completa poteva richiedere decenni, ma interpretare un piccolo ruolo nello sforzo per conseguirla l'avrebbe fatto sentire meno inerme, meno sopraffatto. Tutta la vita i suoi genitori si erano battuti per questo: non solo spiegare le farfalle, ma smontare da cima a fondo la fuorviarne illusione che la natura - o qualche presunta divinità - nutrisse qualsivoglia intenzione, malevola o meno, nei confronti di chicchessia.

A metà della quinta tornata vide avvicinarsi Grant. «Credevo che l'avessero rapito» lo salutò scherzosa.

«Chiedo venia. Mi sono lasciato prendere la mano.»

«La capisco. È una cosa incredibile.» Si tennero a galla movendo i piedi sopra un banco di ramificato corallo rosso, adorno di anemoni e brulicante di minuscoli pesciolini luccicanti… ad almeno sei metri di profondità, ma i particolari erano così nitidi che sembrava di assistere allo spettacolo sospesi in aria.

Prabir avvertì repentino l'impulso di confidarsi con lei; qualunque fosse il significato delle farfalle, era stanco di basare il loro rapporto sull'inganno. Aveva dimostrato l'utilità della propria presenza, anche se era più un'assistenza tecnica ad hoc e un ruolo da factotum che un legame culturale. E lei avrebbe certo compreso la sua riluttanza a rivelare a un'estranea l'intera vicenda famigliare.

Cercò di trovare un punto di avvio. «Le novità ieri sera hanno suscitato scalpore in famiglia?» Non aveva origliato; Grant stava parlando col figlio in sua presenza quando lui era uscito a coricarsi sul ponte.

«Novità?» fece Grant aggrottando la fronte.

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