The Girl by Abigail Barnette

The Girl by Abigail Barnette

autore:Abigail Barnette [Barnette, Abigail]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788854185616
pubblicato: 2015-07-06T22:00:00+00:00


CAPITOLO 13

Al nostro ritorno a Londra, le cose si misero molto male.

Una delle camere da letto nella casa di Neil a Belgravia ospitò l’infermiere a domicilio che sarebbe rimasto per tutta la chemioterapia di Neil. Ora nella nostra camera c’era un letto d’ospedale in aggiunta al letto vero e proprio, un cambiamento che non era ancora necessario, ma che probabilmente lo sarebbe stato in futuro.

Tre giorni dopo il nostro ritorno da Parigi, Neil andò a farsi inserire un catetere per la chemioterapia mediante una procedura ambulatoriale. E anche se si trattava di una “procedura medica” e non di una “operazione”, ero spaventata.

Neil aveva deciso, dopo averne discusso a lungo con il suo medico nei due giorni precedenti, che avrebbe provato la chemioterapia per far regredire il cancro o quantomeno per avvicinarsi il più possibile a quel risultato, per poi procedere con un trapianto di cellule staminali autologhe. Quel giorno gli avrebbero messo il catetere e un secondo, per prelevare le cellule staminali, gli sarebbe stato posizionato in un altro momento. Non sapevo perché non potevano semplicemente utilizzare sempre lo stesso catetere, ma non lo avevo chiesto. Quando il dottor Grant aveva tirato fuori un vero catetere e ci aveva mostrato come sarebbe stato inserito in una vena in profondità sotto la pelle di Neil, ero quasi svenuta. Non volevo che Neil si preoccupasse per me, quando avrebbe dovuto pensare solo a se stesso. Ero pienamente consapevole di quello che mi aveva detto la notte che ci eravamo riconciliati.

Dopo aver riportato Neil per l’operazione, sedevo nella sala d’attesa, incapace di tenere ferme le gambe, controllando l’orologio. Mi avevano detto che sarebbe stata una procedura di trenta minuti, ma ne erano passati quarantacinque.

E se qualcosa fosse già andato storto? E se i suoi “valori”, cifre che non capivo del tutto, fossero stati troppo bassi e fosse morto dissanguato? Sarebbe potuto accadere? Che cazzo stava succedendo?

Resistetti alla tentazione di disturbare le infermiere, finché non passò un’ora. Mi alzai, strofinando i palmi contro le mie cosce rivestite di denim, e cercai di avere un’aria noncurante avvicinandomi alla scrivania.

Una brunetta dall’aria stressata con la divisa blu scuro alzò gli occhi dallo schermo del computer quando mi avvicinai. «Posso aiutarla?»

«Sì, ehm… mi dispiace davvero disturbarla…». L’espressione della donna rese chiaro che girandoci intorno, stavo peggiorando le cose. «Avevano detto che la procedura avrebbe richiesto solo trenta minuti, ma è passata un’ora…».

«Se è qui con qualcuno, un’infermiera verrà da lei quando il paziente uscirà dalla sala operatoria». Non era scortese, ma ebbi la sensazione che la sua efficienza fosse dovuta ad anni di contatto con l’impazienza preoccupata dei familiari.

«Grazie». Tornai a sedere, facendo su e giù con il ginocchio.

Una donna anziana, probabilmente sui sessant’anni, con quelli che credevo essere capelli rossi tinti, mi guardò con comprensione. Portava gli occhiali con una catenina e sbirciava da sopra le lenti mentre le sue mani erano impegnate sul grembo a lavorare all’uncinetto. «Nervosa, cara?».

Annuii. «Sì. Sto aspettando il mio ragazzo».

«Non ti preoccupare, questo è un ospedale molto buono». Aggrottò la fronte e disfece un punto, riposizionando il filo intorno alle dita.



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