Tidhar Lavie - 2018 - La città senza cioccolato by Tidhar Lavie

Tidhar Lavie - 2018 - La città senza cioccolato by Tidhar Lavie

autore:Tidhar Lavie [Tidhar Lavie]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Juvenile Fiction, General
ISBN: 9788852092107
Google: IkyEDwAAQBAJ
editore: Edizioni Mondadori
pubblicato: 2019-01-28T23:00:00+00:00


Capitolo 17

Quando ci rimettemmo in sella per attraversare la strada e tornare in città, mi misi dietro a Bobbie. Pedalavamo in silenzio.

E mentre pedalavamo, la notte ci cresceva attorno. La notte possiede un silenzio speciale, tutto suo. Davanti a noi, i corrieri erano schizzati via veloci con il loro carico di dolci fuori legge.

Fu allora che vidi una luce all’orizzonte, come se fosse l’alba.

Ma il sole non sarebbe spuntato prima di qualche ora.

Il cielo cambiò colore come se mani di vernice rossa e gialla avessero fatto a strisce l’aria, e io cominciai a sentire odore di fumo.

Diedi un’occhiata a Bobbie. Aveva la faccia pallida e gli occhi che puntavano fissi in avanti. Si mise a pedalare più veloce e io tentai di stargli dietro.

A mano a mano che ci dirigevamo verso la strada del suo negozio, il fumo si alzava più alto nel cielo e io riuscivo a scorgere le fiamme.

«Papà!»

La voce di Bobbie uscì fuori come un grido strozzato. Le sue gambe magre andavano su e giù, su e giù sui pedali, al punto che pensai che anche la bici avrebbe preso fuoco. Non riuscivo a stargli al passo. Correva come se ne andasse della sua vita, e mi lasciò indietro.

Quando girai l’angolo vidi che il negozio stava bruciando.

«Papà! Papà!»

La vetrina del negozio del signor Singh era a pezzi, le fiamme svolazzavano fuori e spargevano in strada un fumo denso, che si innalzò libero nell’aria. Le fiamme entrarono in competizione per vedere quale, fra loro, sarebbe salita più in alto.

Sentii in lontananza la sirena di un camion dei pompieri che si avvicinava, angosciante e urlante.

«Papà!»

Bobbie frenò e cominciò a correre, mentre la bici cadeva a terra dietro di lui. La porta del negozio si aprì e il signor Singh barcollò fuori. Gli mancava il turbante e i capelli gli cadevano sulla faccia e sulle spalle come una doccia nera.

«Papà!»

Corsi dietro a Bobbie mentre lui cercava di portare via suo padre. Il calore era così intenso che capelli e sopracciglia mi si stavano bruciacchiando. Presi il signor Singh per un braccio, Bobbie per l’altro e insieme lo trascinammo via dall’edificio in fiamme.

La sirena si fece sempre più forte e apparve il camion dei pompieri. I vigili del fuoco si lanciarono su di noi e ci portarono in salvo. Qualcuno mi spinse una bottiglia d’acqua tra le mani, un attimo dopo stavo bevendo e il mondo era di nuovo fresco e buio.

«C’è ancora qualcuno dentro?» chiese un pompiere.

Il signor Singh fissò il suo negozio. Scosse la testa. «No» rispose. «No, non c’è nessuno, io stavo…» Scosse la testa un’altra volta, disperatamente. «Sono uscito fuori, ma poi, ho pensato che potevo salvare… sono tornato dentro, forse potevo…» La voce gli si spezzò. Fissò il negozio che bruciava.

I vigili del fuoco aprirono le pompe e cominciarono a sparare getti d’acqua sull’edificio, che rispondeva ruggendo mentre il fuoco tentava di scappare.

Non c’era niente che potessi dire. Mi sedetti con Bobbie e il suo papà, a guardare il loro negozio andare a fuoco. Pensai a



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