Tiger nel fango by Carius Otto

Tiger nel fango by Carius Otto

autore:Carius, Otto
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788899158217
editore: Soldiershop
pubblicato: 2015-10-12T16:00:00+00:00


Ci fu affibbiata un’altra piccola missione un po’ più ad ovest. Riuscii ancora una volta a scamparmela prima che si arrivasse alla sua esecuzione. Ivan aveva messo in posizione dei pezzi di artiglieria per proteggersi i fianchi. Un qualsiasi nostro movimento verso ovest o verso est dietro la linea del fronte provocava strepiti e urla “Tiigriii! Tiigriii!” da parte dei russi. Quasi immediatamente i ragazzi dell’artiglieria effettuarono un tiro di sbarramento protettivo lungo tutto il fronte. Era perciò la cosa migliore per noi restare tranquilli fino a che non fosse per davvero accaduto qualcosa. Va messo in rilievo come i russi evitavano quanto più possibile di far comparire i loro carri armati. I loro mezzi apparivano regolarmente dietro il terreno rialzato e mettevano in agitazione la fanteria. Ma si dileguavano prima che arrivassimo. Il massimo che potevamo udire era il rumore di motori diesel che si allontanavano. Ivan non voleva proprio che ci riposassimo. Non ci furono mai attacchi massicci, neanche loro avevano la forza necessaria per condurli. Le loro principali unità si dirigevano verso ovest e noi non avevamo purtroppo la forza di respingere la loro avanzata. Per tale ragione c’era una calma relativa nel settore in cui ci trovavamo. Come ci disse il generale, la nuova prima linea nel settore del Kampfgruppe curvava in modo “sgradevole” verso nord. Per tale ragione voleva che quel tratto fosse raddrizzato. Per farlo avremmo dovuto impadronirci di un villaggio, in quel modo la linea di difesa sarebbe passata attraverso di esso. Vi andai con una Kübel per darci un’occhiata. Il comandante del Reggimento mi spiegò la missione. Quando gli riferii le intenzioni del Generale, disse che lo riteneva un pazzo. Il villaggio era in una vallata nella terra di nessuno. Le nostre linee si estendevano su terreno rialzato lungo una linea boscosa a nord di esso. I russi occupavano anche un pendio a sud del villaggio. Sarebbe stata una pura follia occupare il villaggio. Di giorno era impossibile riuscire ad arrivarci, forse con i carri si, ma di sicuro non la fanteria. Per contro le nostre linee attuali potevano essere tenute anche con le nostre deboli forze senza problemi, perché dominavano le vie di accesso. Anche se le linee non apparivano granché graziose sulla mappa, erano le sole possibili in quel terreno. Il Generale chiamò il comandante reggimentale e gli ordinò di attaccare il villaggio. Il Colonnello era fuori di sé. Fu sollevato quando gli disse che ero disposto a raggiungere immediatamente il Generale Berlin, da cui dipendeva il Kampfgruppe, per evitare l’operazione ordinata. Il Generale Berlin riconobbe la fondatezza delle mie idee e sorrise del piccolo “ammutinamento”. Chiamò il suo comandante del Kampfgruppe e le nostre linee del fronte restarono immutate. La nostra fanteria e i nostri Tiger erano troppo preziosi per simili follie. Questo esempio come molti altri in questo libro dimostra che era assolutamente possibile, anche nel Terzo Reich, rifiutarsi di obbedire ad un ordine, se lo si faceva nel modo dovuto, o perlomeno si poteva evitare di seguirlo alla lettera.



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