Tina Mondotti by Pino Bertelli

Tina Mondotti by Pino Bertelli

autore:Pino Bertelli [Pino Bertelli]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788889035962
editore: Edizioni Interno4
pubblicato: 2020-04-09T22:00:00+00:00


Tina Modotti, Julio Antonio Mella, Messico, 1928

Il ritratto di Julio Antonio Mella è stoico. La Modotti coglie il giovane rivoluzionario dal basso e lo incastona contro il cielo. Lui lancia uno sguardo intenso verso il futuro, statuario. Lo sguardo della fotografa è complice, fissa quella camicia leggermente aperta e i capelli mossi nel vento fuori dal pittoresco westoniano, mostra che la bellezza in sé è sempre sovversiva. Qualcuno ha accostato l’immagine di Mella all’icona del “Che” di Alberto Korda (è una porzione di fotogramma), che dal punto di vista visivo è un’apoteosi cristologica del rivoluzionario argentino piuttosto ampollosa, quasi falsa, legata molto al linguaggio pubblicitario o della fotografia di moda dalla quale Korda proveniva... tuttavia l’accentuazione delle forme, la gradevolezza estetica, la luminosità eroica del soggetto rendono il ritratto di Mella indimenticabile, anche se meno famoso di quello impetuoso, smagliante e coinvolgente del “Che”. Ancora. La Modotti sembra sostenere in questo ritratto, come in altri (Mexican Boy in Sombrero, 1927; Woman with Flag, 1928 o Woman in a Headscarf, 1929), un’idea di fotografia etica dove il bello non si limita a comprendere il mondo ma è un mezzo per cambiarlo. Siccome ogni forma di educazione culturale si fonda sulla paura di godere e il dolore è il prodotto della colpa, il godimento implica la fine della colpevolezza e di ogni società repressiva. “Il rifiuto della società dominante è diventato noioso e coercitivo quanto la sua accettazione, l’uno e l’altra obbediscono allo stesso padrone. Sacerdoti del negativo, eroi della purezza radicale, il vecchio mondo se ne va ormai per suo conto” (Raoul Vaneigem).188 Su queste rive della diserzione, non solo estetica, la fotografia della Modotti anticipa e trasforma le rovine del quotidiano in frammenti di bellezza e non teme di autenticare il reale là dove il reale non basta. In sostanza, la visione egualitaria della Modotti implica una disciplina fotografica melanconica, donchisciottesca o semplicemente radicale che rifiuta il comune sentire della fotografia “insegnata” e lavora per acquisire la consapevolezza di contestare e sovvertire le regole che la mortificano. Un poeta della fotografia sociale non è soltanto colui che registra la storia, ma è colui che la inventa o la rovescia.

Un capolavoro della fotografia come metafora di Tina Modotti è Donna con bandiera (1928). La Modotti chiede alla sua domestica (Luz) di imbracciare la bandiera (nera? rossa?) dei lavoratori e sulla terrazza della sua casa appronta un set fotografico, peraltro nemmeno ben fatto. Non si cura di velare la costruzione dell’immagine, si vede bene che non è una strada dove passa la donna con la bandiera e non c’è nessun corteo di manifestanti... alla Modotti interessa fissare nella storia della fotografia la dignità di un popolo, meglio, delle donne del popolo messicano. L’inquadratura è forte, spoglia, con quel tanto di eversivo che contiene l’estetica surrealista. Sarebbe piaciuta molto a John Ford, Luis Buñuel o Robert J. Flaherty. La donna è fotografata a figura intera. Di lato. La bandiera le avvolge il corpo e l’asta (che taglia il cielo di traverso) sembra contenere o anticipare il peso della storia.



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