Troppo sale: Un addio con ricette (Italian Edition) by Stefania Giannotti

Troppo sale: Un addio con ricette (Italian Edition) by Stefania Giannotti

autore:Stefania Giannotti [Giannotti, Stefania]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858828069
Amazon: B06XWF438Y
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2017-04-06T00:00:00+00:00


Casa materna

Ammiravi le mie amiche, piccolo maschio, ti avevo insegnato con successo cos’è una donna. Le guardavi a bocca aperta con interesse e con rispetto. Eri fiero di me, “tu, mamma, fai sempre tutto quello che ti pare”, quando me lo dicesti ancora sbarbato, forse volevi significare, con parole maldestre, qualcosa di più grande e una differenza che intuivi. Io ne ero orgogliosa. Io ero fiera di te. Tutto il vuoto gelido del tempo che mi hai lasciato l’ho scaldato all’inizio e per molto tempo al CiCip.

Varco ancora e come prima l’ampio pesante portone nell’area storica urbana, ma ho meno fretta di tornare a casa dove non c’è più la tua voce, dove ancora ti avverto ma ti devo cercare.

Affondo nelle riunioni e mi areno intorno a vecchi tavoli nella redazione di “Fluttuaria – Segni di autonomia nell’esperienza delle donne”, mi accomodo nelle poltrone un po’ sfondate, sosto al bancone dove si preparano cocktail, in cucina ritrovo la mia fissazione, nutrimento e morte che s’accompagnano.

È al CiCip che imparo a divertirmi.

È al CiCip che imparo a bere. Ho bisogno di andare oltre lo stordimento della lacerazione e lo sorpasso eccedendo.

È al CiCip che affondo e riemergo, solo lì posso farlo per quella fitta vicinanza di donne.

All’improvviso mi si oscura la vista, non vi vedo più, amiche mie vado lontano, lasciatemi in pace, non lasciatemi in pace, qualcuna sa cosa sta succedendo? No e io neppure, ma qualcuna mi richiama e in un attimo abbandono il mondo delle cose ferme e ritorno.

Poi riprendo il mio pulmino un po’ ubriaca gridando e cantando stonata, come fossi felice, guidando e sbandando per i pochi chilometri di campagna.

Entro in casa. Dove sei? Dove sei? Dove sei?

Ricomincia l’altra vita. Non meno intensa. E neppure più brutta. Ho imparato a essere due.

Dove mi ero rintanata, dove mi ero cacciata? Niente male come scherzetto perdermi di vista così. È Wisława Szymborska che mi fa sorridere oggi di me.

pausa cucina

Zuppa di ceci erbette e calamari

È avvenuta per caso. Non è antica, non è regionale. Mi è capitato un giorno recente di farla ma preferisco dire che la faceva mia nonna. Potrebbe.

I ceci, dopo ventiquattro ore passate in ammollo, cuociono lentamente e a fuoco basso in pentola ricoperti d’acqua con olio, aglio, lauro, sale e pepe o altri graditi odori. Cuociono fino a essere tenerissimi. Li spegneremo quando potremo dire “sono già buoni così”.

A parte cuociamo in un tegame le erbette, ben scolate, in olio e aglio appena rosolato, sale e un pizzico di peperoncino. Le spegneremo e le lasceremo con tutta l’acqua loro (che si è prodotta in cottura) quando potremo dire “sono già buone così”.

I calamari di taglia piccola vengono ridotti a pezzetti, tagliando finemente corpo e tentacoli. Li mettiamo sul fuoco a freddo, cioè con olio crudo o appena scaldato e aglio. Se prendono la botta di calore induriscono. Poi aggiungiamo un bicchiere di vino bianco e acqua quanto basta per cuocerli, morbidi ma non acquosi. Li lasceremo cuocere finché potremo dire “sono già buoni così”.

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