Tulku Urgyen Rinpoche - Dipinti di arcobaleno by [.]

Tulku Urgyen Rinpoche - Dipinti di arcobaleno by [.]

autore:. [.]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2016-06-19T22:00:00+00:00


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Stanchezza

A confronto con l’abitudine, radicata da tempo immemorabile, di vivere esperienze illusorie, il tempo dedicato alla pratica del riconoscimento della natura della mente è relativamente breve. È impossibile raggiungere una stabilità in pochi mesi o anche in pochi anni: non può accadere. È necessario applicarsi con diligenza, nel senso di essere persistenti e costanti, di una costanza completamente priva di sforzo. Pensate a come la corda di un arco è tesa allo stesso modo per tutta la sua lunghezza: non ci sono punti in cui essa è molto tesa e altri in cui è lenta: la corda è tesa uniformemente in tutta la tutta la sua lunghezza. Similmente, il modo corretto di praticare non consiste nello sforzo di riconoscere talvolta l’essenza della mente e poi lasciar perdere, ma nell’essere profondamente rilassati interiormente e rimanere in una spontanea condizione naturale. Bisogna abituarsi a questo stato, ripetendo molte volte il breve momento del riconoscimento.

Il fluire della coscienza in una persona comune si dice “istante continuo di illusorietà’. Ciò significa che ogni istante é sprecato nel coinvolgimento illusorio e dualistico con qualche oggetto. È un’abitudine radicata che crea le circostanze per il momento seguente, che sarà simile. Poi seguono il terzo e il quarto momento e, prima che ve ne rendiate conto, sono volati mesi, anni, vite intere ed eoni. Il continuo istante di illusorietà è un’inclinazione profonda e innata verso la dispersione totale nello stato di confusione sviluppatosi senza sosta per così tanto tempo. Non abbiamo bisogno di allenarci a questa condizione, l’abbiamo già fatto durante un numero indefinito di vite.

L’opposto di questa tendenza è la pratica del cosiddetto ‘istante continuo di non elaborazione mentale’ che è il rigpa, lo stato risvegliato. Con questa naturalezza spontanea, senza cercare di fare assolutamente nulla, contrastiamo la modalità radicata e abituale del continuo istante di illusorietà. Il creatore della condizione samsarica. Il vero yogi non favorisce il coinvolgimento nel pensiero discorsivo, nel condizionamento e nell’attaccamento, la sua mente è come la spazio che si fonde con lo spazio. In assenza del pensiero discorsivo non c’è illusorietà.

Per un vero yogi la consapevolezza non dualistica è il primo istante di riconoscimento della natura della mente. Intangibile, essa è il dharmakaya stesso. La sua essenza è vacuità, la sua natura è chiarezza, la sua capacità è illuminata e soffusa di consapevolezza. Che parliamo dello stato di confusione della mente o dello stato risvegliato, il momento presente è sempre la condizione unitaria di vuota chiarezza: in questo senso non c’è nessuno differenza. Ma nel continuo istante di illusorietà non c’è conoscenza della propria natura. Esso è soffuso di non conoscenza, di ignoranza, mentre l’istante, continuo di non elaborazione mentale è conoscenza della propria natura. Per questo motivo si dice consapevolezza spontaneamente esistente, vuota chiarezza soffusa di conoscenza.

Quando il pensiero discorsivo, la distrazione e l’illusorietà non esistono più, questo è lo stato di buddha. Noi esseri senzienti siamo continuamente distratti, in preda all’illusorietà, abbiamo dimenticato la nostra natura e siamo caduti in potere del pensiero discorsivo. La nostra mente è vuota e chiara, ma permeata di ignoranza; non possediamo la conoscenza.



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