Tutta un'altra vita by Autori Vari

Tutta un'altra vita by Autori Vari

autore:Autori Vari [A.A.V.V.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Minimum Fax
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Così la mattina dopo ritornò a scuola, con venti minuti di anticipo sull’inizio delle lezioni. Fuori dall’ingresso i maschi fumavano seduti sui motorini, e accanto a loro le femmine ridevano, si toccavano i capelli, piegavano il collo dolcemente. Caterina teneva per mano il suo fidanzatino, un ragazzo magro e spettinato, con la faccia da cantante. Si diedero un bacio sulla bocca, e poi parlavano piano, con le teste vicine, come se avessero segreti bellissimi.

Roberta provò ancora verso Caterina un’avversione dura.

“Ciao Caterina”, le disse.

“Buongiorno professoressa”.

Negli occhi di Caterina e in quelli del fidanzato Roberta vide una luce sghignazzante. Le sembrò anche che si toccassero con il gomito, e immaginò che lui avesse sentito cento volte parlare del rinoceronte. È un mostro, un pachiderma, una donna senza amore. Va avanti e non si sa perché, chiusa in una corazza di carne. Sbatte ovunque, ha le zampe grosse piene di lividi. Si estinguerà presto.

Mi devo difendere, pensò Roberta chinando il capo.

In classe di nuovo chiamò Caterina, stavolta insieme ad altri due allievi, per confondere, come nel gioco delle tre carte. Fece girare velocemente le domande, non si capiva neanche chi doveva rispondere e a che cosa, ma alla fine la carta perdente era Caterina.

Continuò così per tutto l’anno. Qualche ragazzo cominciò a lamentarsi nei corridoi: “La professoressa ce l’ha con Caterina, l’ha presa di punta, la vuole bocciare”.

Caterina invece diceva: “Devo studiare di più, ma non ci riesco”, e diventava triste. Non aveva più quella luce bella negli occhi, teneva le mani intelligenti sempre nelle tasche di una vecchia giacca da uomo. Fuori dalla scuola non c’era più il fidanzato ad aspettarla sul motorino.

Roberta venne convocata dal preside. “Corre voce che ci sia qualche problema in quarta con un’alunna”.

“Non mi pare”, rispose Roberta stringendo al petto una scatola di biscotti al cioccolato. “Può controllare i registri, i compiti, il programma, può fare tutti i controlli che vuole, è tutto in regola come sempre. Insegno da vent’anni, so come si fa”.

Si sentiva accerchiata, Roberta, e tirava cornate nell’aria che annunciava tempesta. A casa ogni tanto tirava giù un po’ di libri dagli scaffali della sua biblioteca e andava a venderli per due soldi a un rigattiere. Si sentiva enormemente infelice e aveva bisogno di molto spazio intorno a sé. Dormiva poco, vestita, inquieta, con la televisione sempre accesa e le bottiglie vuote sul pavimento. Sognava che Caterina la picchiava con un bastone sulla groppa.



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