Tutto quello che siamo (Italian Edition) by Federica Bosco

autore:Federica Bosco [Bosco, Federica]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788852069185
editore: Mondadori
pubblicato: 2015-10-27T16:00:00+00:00

Mi fece una (meritatissima) linguaccia con spallucce, sdegnato, e continuò a pattinare

come se non avesse mai fatto altro in vita sua.

Per tutta risposta io mi accesi una sigaretta e tirai fuori il cellulare.

“Allora?” scrissi a Dario.

Ma non vidi nessuna spunta incoraggiante, dato che, sicuramente, beato lui, stava

dormendo.

E nemmeno Ginevra mi rispose, dato che sicuramente, beata lei, stava facendo un

brunch con il suo uomo in qualche locale strafigo con terrazza.

«Guarda come sono bravo!» mi gridava Filippo di tanto in tanto, e io battevo le mani

felice ed entusiasta.

Quanto fosse importante sentirsi dire “sei bravo” da piccoli era una lezione che avevo

imparato presto, proprio perché mio padre non me lo aveva quasi mai detto e comunque

non senza ricordarmi che ero scarsa in almeno altre dodici attività di ogni genere e

natura: dal non sapere da quale parte andava la forchetta, all’inzuppare i biscotti nel latte

facendomelo colare fino ai gomiti, al dimenticare tutta La cavallina storna. Attività

“determinanti” nella vita di una persona...

Eppure quel “sei bravo” che costava talmente poco, era fondamentale per crescere con

una buona autostima, invece a casa mia l’unica regola in vigore era sempre stata quella di

umiliarti per rinforzare il carattere in modo da spronarti a fare meglio, sistema che non

credo avesse mai dato nessun risultato neanche ai tempi di Sparta e Atene.

Forse ce l’avrei fatta a salvare Filippo, se fossi riuscita a demolire a colpi di amore,

fiducia e positività quel muro di paura e insicurezze che ci avevano innalzato attorno.

«Tutta sola?» mi disse qualcuno planando accanto a me sulla panchina con lo skate.

Non credetti ai miei occhi.

«Allora mi segui!» gli dissi.

«Eh no! Questo è il mio territorio!» si difese alzando le mani sporche di rosso e verde.

«È vero!» risposi indicando i miei inutili pattini ai piedi. «Ho accompagnato una

giovane promessa del pattinaggio, vedi?» dissi indicando il piccolo campione.

«È tuo fratello Filippo?»

«Già!» confermai facendogli cenno di raggiungerci.

Filippo venne verso di noi con totale disinvoltura.

«Ce l’ha nel sangue» mi sussurrò Nic all’orecchio, «e non è un buon segno!»

«Bello lo skate!» esclamò Filippo con gli occhi che brillavano.

«Vuoi provarlo?» gli chiese Nic.

«Magari!»

Nic mi porse galantemente la mano per aiutarmi ad alzarmi dalla panchina e andare a

recuperare le nostre scarpe al noleggio pattini.

Cercai di simulare un minimo della disinvoltura di mio fratello, ma invano, e Nic

scoppiò a ridere appena persi l’equilibrio e mi aggrappai alla sua spalla con tutta la mia

forza trascinandolo giù con me.

«Decisamente riesci meglio a disegnare, ma credimi che s’impara!»

«Non credo!» protestai togliendomi i pattini e camminando scalza fino a destinazione.

Com’era prevedibile, Filippo diede prova di innata capacità anche come skater.

Ma quello che non potevo prevedere era che si trovasse così bene con Nicholas, tanto

da dimenticarsi di me.

Sembrava avesse trovato un fratello maggiore, qualcuno di affidabile a cui chiedere

consigli e cose da maschi.

E siccome i bambini, come gli animali, hanno un istinto innato che non sbaglia quasi

mai, questa loro improvvisa intesa mi riempì il cuore di tenerezza.

Dio sa quanto avesse bisogno di una guida.

Rimasi a guardarli tutto il pomeriggio dimenticandomi quasi di quanto ero stanca. Il

sorriso di Filippo era la più grande ricompensa che potessi mai chiedere.

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