Un anno sognato pericolosamente: Frammenti di utopia vivono già nel nostro presente by Slavoj Žižek

Un anno sognato pericolosamente: Frammenti di utopia vivono già nel nostro presente by Slavoj Žižek

autore:Slavoj Žižek [Žižek, Slavoj]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Philosophy, History & Surveys, Modern
ISBN: 9788862208475
Google: ku2-orvZ2s8C
editore: Ponte alle Grazie
pubblicato: 2013-02-13T23:00:00+00:00


Capitolo sesto

Occupy Wall Street, o l’assordante silenzio di un nuovo inizio

Cosa si deve fare all’indomani del movimento Occupy Wall Street, quando le proteste che sono cominciate assai lontano – in Medio Oriente, Grecia, Spagna, Regno Unito – hanno raggiunto il centro della scena, e stanno ora acquistando forza e diffondendosi in tutto il mondo? A San Francisco, domenica 16 ottobre 2011, in un’eco del movimento OWS, un uomo si è rivolto alla folla con un invito a prendere parte alla protesta come se si trattasse di un happening nello stile hippy degli anni Sessanta: «Ci chiedono qual è il nostro programma. Non abbiamo alcun programma. Siamo qui per divertirci». Affermazioni di questo tenore rivelano uno dei grandi pericoli cui i dimostranti si espongono: il pericolo di innamorarsi di sé stessi, dei bei momenti che vivono negli spazi «occupati». Ma i carnevali costano poco; la vera prova del loro valore è ciò che rimane il giorno dopo, quando si deve giudicare se la nostra vita quotidiana è cambiata o deve essere ancora cambiata. Ciò richiede un duro e paziente lavoro che inizia, anziché risolversi, nelle proteste. Il loro messaggio di fondo è che il tabù è stato infranto: non viviamo nel migliore dei mondi possibili, d’ora in poi possiamo, e finanche dobbiamo, immaginare delle alternative.

Seguendo una sorta di triade hegeliana, la sinistra occidentale ha compiuto un percorso circolare: dopo aver abbandonato il cosiddetto «essenzialismo della lotta di classe» a favore di una pluralità di lotte antirazziste, femministe ecc., oggi per la sinistra «capitalismo» è il nome che torna a indicare il problema. La prima lezione che dovremmo apprendere è di non colpevolizzare gli individui e le loro inclinazioni. Non conta quanto sia corrotto o avido un individuo, perché il vero problema è il sistema che lo incoraggia a essere corrotto. La soluzione non è «Main Street, not Wall Street»,1 ma cambiare un sistema in cui Main Street dipende da Wall Street.

Proibiamo allora che si parli di avidità. Autorità pubbliche, dal papa in giù, ci sommergono di ingiunzioni a non cedere alla cultura dell’avidità e del consumismo, ma questo spettacolo di moralità a buon mercato non è che un’operazione ideologica, se mai ve n’è stata una. La compulsione (espansiva) inscritta nel sistema stesso è qui trasferita nell’ambito del peccato individuale, della privata propensione psicologica. Come ha affermato un teologo vicino al papa: «La crisi attuale non è una crisi del capitalismo ma una crisi della moralità», insinuando ad arte che i dimostranti dovrebbero prendere a bersaglio l’ingiustizia, l’avidità, il consumismo, ecc., invece che il capitalismo in quanto tale. Possiamo congratularci con il teologo per la sua onestà, giacché formula apertamente la negazione implicita in quei sermoni che enfatizzano la moralità per impedire la critica del capitalismo. La circolazione autopropulsiva del Capitale è oggi più che mai il sommo Reale della nostra vita, una belva che per definizione non può essere controllata. Questo ci porta a stabilire una seconda proibizione: dobbiamo rifiutare la semplicistica critica del «capitalismo finanziario», in quanto presuppone che vi sia un’altra forma, «più giusta», di capitalismo.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.