Un lungo viaggio nella cura della mente. Uno psicoterapeuta racconta by Luigi Cancrini

Un lungo viaggio nella cura della mente. Uno psicoterapeuta racconta by Luigi Cancrini

autore:Luigi Cancrini [Cancrini, Luigi]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 2023-10-23T22:00:00+00:00


LA RICERCA PER LA FONDAZIONE AGNELLI E LA NASCITA DEL CENTRO STUDI DI TERAPIA FAMILIARE E RELAZIONALE

La ricerca7 era stata commissionata dalla Fondazione Agnelli e riguardava gli adolescenti con problemi di dipendenza da droghe. Siamo sempre alla fine degli anni Sessanta, e accanto ai pazienti psichiatrici c’era un gran parlare di tanti giovani che cominciavano a usare droghe, con richieste di aiuto che era molto difficile fornire. Il Sessantotto aveva portato un grande cambiamento nella cultura giovanile, in cui anche l’uso di sostanze diventava frequente, lecito, perché violentemente in contrasto con quella che era invece stata la mentalità delle altre generazioni. I giovani del Sessantotto erano una generazione contro, e questo loro atteggiamento contro trovava nelle droghe un argomento forte di rottura e di cambiamento rispetto alla tradizione. L’opposizione riguardava tanti altri aspetti, uno su tutti quello alla gerarchia: per esempio, la gerarchia insegnante-alunno o quella genitore-figlio. Si protestava contro un’autorità “non autorevole”, un’autorità data per principio e non sostanziata da comportamenti idonei. Insomma, c’era un bisogno estremamente forte di cambiamento. In questo scenario le droghe rappresentavano tuttavia un punto di caduta per tanti di questi giovani, che nel momento in cui si ribellavano perdevano il controllo della loro vita. I giornali erano pieni di queste vicende.

Dentro la Clinica Psichiatrica arrivavano i primi casi di ragazze – siamo sempre nel reparto donne – con problemi di droga, accompagnate da famiglie disperate che chiedevano aiuto. Per una combinazione fortunata, in quel periodo mi era stato dato l’incarico dal professor Reda di occuparmi di un servizio ambulatoriale sulle Tossicosi da Stupefacenti e da Farmaci Psicoattivi, così si chiamava, istituito dal Ministero della Sanità presso l’Istituto di Farmacologia dell’Università La Sapienza. Fu il primo servizio che si occupava ufficialmente di questo tema. Il professor Pietro Di Mattei, il farmacologo, aveva chiesto a Reda un giovane con una formazione psichiatrica che potesse occuparsene e la scelta era ricaduta su di me perché ero molto appassionato di psicofarmacologia. Avevo scritto una tesi sugli allucinogeni in cui avevo studiato gli effetti della psilocibina su tanti pazienti psichiatrici e avevo anche condotto un’autosperimentazione su me stesso. Ero anche molto interessato agli studi sui farmaci neurolettici e sui loro meccanismi d’azione e mi era stato dato l’incarico di insegnare Psicofarmacologia nella Scuola di Specializzazione, il mio primo insegnamento ufficiale.

Insomma, la mia passione per la psicofarmacologia e il ruolo che ricoprivo in quegli anni presso il servizio di Tossicosi da Stupefacenti e da Farmaci Psicoattivi fecero sì che la Fondazione Agnelli chiese a me di occuparmi della ricerca, che intitolai con loro accordo «Una ricerca sui fattori familiari e sociali delle tossicomanie degli adolescenti». La Fondazione Agnelli in quel periodo era un’istituzione importante dal punto di vista culturale, oltre a essere una delle poche che elargiva finanziamenti. Proprio grazie al finanziamento che ricevemmo potei assumere per la ricerca una sessantina di persone, tra studenti di medicina, filosofia e servizio sociale e persone già laureate e diplomate che fungevano da tutor per questo gruppo. Cominciammo così a cercare gli adolescenti tossicodipendenti in tutti i servizi.



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