Un maledetto per sempre (Italian Edition) by Bianca Marconero

autore:Bianca Marconero [Marconero, Bianca]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2019-07-13T22:00:00+00:00

Mi ci vuole un pezzo per superare il momento. La sorpresa, la rabbia, il senso di soffocamento. In questo lasso di tempo riconosco a Lucio il merito di parlare poco. Non è da lui darmi la possibilità di riprendere il controllo. Mi ha chiesto solo se Brando sta con “la ragazza mora”. E lì si è fermato. Sarebbe più nel suo stile infierire, invece. Tormentare me perché Brando ha una ragazza; deridere lui perché è stato per settimane accanto a suo figlio senza saperlo. Ma non fa niente di tutto questo. È stranamente paziente. Mi presta il telefono e, benché io non ricordi il numero di Tatiana, attraverso il centralino dell’Auditorium la contatto e le chiedo di occuparsi di Jacopo e metterlo a letto.

Lucio mi domanda perfino dove preferisco mangiare.

Realizzo in sorprendente ritardo che questo non è normale. Stare in sua compagnia non dovrebbe tranquillizzarmi. La sua apparizione dovrebbe spaventarmi a morte, ma non succede. L’unica spiegazione che mi do è che il mio inconscio lo riconosca, per una volta, come il male minore.

Perché Brando è quello peggiore.

Ci ritroviamo in un bistrot su Quai de Montebello. Le vetrate affacciano sull’argine della Senna, preso d’assalto dagli antiquari e dai venditori di stampe. Sul fondale, illuminata a giorno, c’è la cattedrale di Notre Dame.

Ci danno un tavolo con vista e Lucio fa scegliere a me dove sedermi. Do le spalle alla sala. Lui si accomoda sulla panca, tra tre cuscini color sabbia.

Lucio ordina per me un croque monsieur ma io non lo mangio. Mi limito a sorseggiare l’acqua, Lucio finge di non accorgersene mentre si dedica al filetto di cervo. Mettiamo in scena l’ennesima cena tra amici ma, a differenza di quella che abbiamo consumato quattro mesi fa nella suite del Baglioni, non la sento così distante dal concetto.

Stasera la città si posiziona alle spalle di Lucio e offre un contesto diverso. Stasera in lui trovo qualcosa di simile alla tregua.

Dopo grandi preamboli di nulla, quando a fine pasto gli servono il cognac, finalmente si decide.

«Ho l’aereo stanotte, e credo sia il caso di chiarire un paio di punti. Da dove comincio? Dal perché sono qui, o dalla tua capacità rara di metterti nei casini?»

«Sei responsabile di molti dei miei casini». Dirigo lo sguardo verso le luci della cattedrale, dall’altra parte della strada una ragazza riceve un bacio al volo, e ci leggo tutto l’amore che mi manca. L’amore che vorrei.

«Non sono io che ti ho messo incinta e sono sparito», precisa, rigira il cognac nel bicchiere. «Comunque pensavo che a questo punto glielo avessi detto».

«Non gliel’ho detto», ammetto. «Non ha senso incasinarlo. Sta con quella ragazza che hai visto».

«E non ha dei sospetti?»

«No. Ho mentito sulla data di nascita di Jacopo. Sono bastati tre mesi».

La cosa lo fa sorridere. «Che coglione», dice scuotendo la testa.

«Smettila», lo riprendo. «Io sono brava con le bugie».

«Non sempre», osserva. «C’è una bugia che non riesci a dire».

So a cosa si riferisce. Ad Amalfi, a quella stupida sfida di cui porto ancora i segni.

E mi sembra di risentire le nostre voci.

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