Un Viaggio Chiamato Vita by Banana Yoshimoto

Un Viaggio Chiamato Vita by Banana Yoshimoto

autore:Banana Yoshimoto [Yoshimoto, Banana]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Travel, General, Essays & Travelogues, Fiction
ISBN: 9788858808108
Google: R7GQlw-e9W0C
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2012-06-25T22:00:00+00:00


* Hanshin Tigers. Squadra del campionato giapponese di baseball con sede a Nishinomiya, nella prefettura di Hyògo. A gestire la società è il gruppo Hankyu Hanshin Holdings, che comprende molte altre attività, tra cui una catena di grandi magazzini e una linea ferroviaria. [N.d.T.]

Angurie

A Kochi il tramonto è sempre una grande emozione.

Un sole meraviglioso, straordinario, sembra quasi che sprofondi. Forse perché mi capita sempre di andarci con il bel tempo.

Sarà che ci sono molte persone che amano il sakè, e la sera ci si può finalmente concedere di bere, sarà che a fine giornata la gente tutt'a un tratto si rilassa, ma lo stesso non riesco proprio a spiegarmi cosa gli prenda. Il senso di liberazione dopo un giorno di lavoro? Il tempo caldo e abbagliante? Comunque sia, mi piace osservare il modo in cui la gente di Kochi, di sera, si ricrea. In quel momento della giornata tutti riprendono la loro espressione naturale, diventano un po' più loquaci e gentili.

Un inserviente dell'albergo mi dice in gran segreto che la birra è meno cara al vicino konbini piuttosto che lì da loro, e la receptionist, a cui ho chiesto come arrivare al fiume, sorride e mi spiega una strada un po' più lunga ma con una vista particolarmente bella. Poi, finito di lavorare, vanno tutti a casa.

Quando vedo tutto questo, mi rendo conto di cosa manchi alla gente di Tokyo.

Si tratta di quell'elasticità che deriva dalla fiducia nella buona fede delle persone. Penso che sia un atteggiamento diffuso tra le persone che vivono in metropoli con alte percentuali di criminalità.

Qualche tempo fa sono stata in un bar di Tokyo. Dopo aver ordinato molte birre e stuzzichini, una mia amica ha proposto di aprire il vino da dessert che aveva portato come ricordo dall'Europa. Era tornata in Giappone da poco, ma sarebbe andata a vivere all'estero per un lungo periodo, e quindi quel giorno stavamo celebrando anche una festa di arrivederci in suo onore.

Con discrezione, abbiamo chiesto a una giovane e simpatica cameriera se potevamo avere dei bicchieri, e lei ci ha portato dei boccali da birra. Siccome non aveva il cavatappi, lo abbiamo preso in prestito da un amico che ha un locale nelle vicinanze.

Dopodiché, non potendolo bere così apertamente, abbiamo stappato piano piano la bottiglia e ognuno di noi sette ha assaggiato un po' di quel vino.

Tra l'altro eravamo gli unici clienti, e alla chiusura mancava non più di un paio d'ore.

Immediatamente dalla cucina si è sentito qualcuno che sgridava la cameriera.

E poi all'improvviso è venuto fuori un ragazzo, chiaramente più giovane di noi, che diceva di essere il proprietario e ha iniziato a farci la predica. Diceva che non potevamo farlo, che quello era un bar, eccetera eccetera.

Noi abbiamo provato a spiegargli la situazione. Questa nostra amica in breve tempo lascerà il Giappone. È lei che ha portato questo vino come ricordo dall'estero, e per noi è speciale. Non possiamo proprio berlo? Se vuole paghiamo qualsiasi cifra...

Al proprietario del locale non lo abbiamo detto, ma in realtà quel



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