Urania 1329 - Il Sole Nero by Jack Williamson

Urania 1329 - Il Sole Nero by Jack Williamson

autore:Jack Williamson
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: Science Fiction, ePub cleanup by Garak V4.8
editore: Mondadori
pubblicato: 1998-02-14T23:00:00+00:00


19

Quando Kip aveva detto che avrebbe voluto un'aerotuta, Rima aveva ribattuto che era ancora troppo giovane per averne bisogno. Mondragon allora aveva persuaso Jim Cheng, che ogni tanto lavorava nei magazzini di bordo, a tagliarne una per adattargliela. Rima pensò che lui e il messicano si stessero affezionando troppo, ma gli lasciò tenere la tuta.

— Lasciami provarla — le chiese quando Cheng gliela diede. — Andiamo sulla spiaggia, dove stavi scavando l'habitat?

— Non più — disse triste la madre. — Hanno troncato i lavori,

— Magari le cose cambieranno. — Cercò di rialzarle il morale. — Andy e Tony sono in gamba. Forse riusciranno a combinare qualcosa,

— Forse. — Si fermò per pensare e annuì con espressione grave. — Ora che abbiamo perso Nikolai e Kobo, il complesso di lancio richiederà molto tempo per la sua costruzione. Se mai ci riusciremo.

— Tentiamo.

Lei si fermò a pensarci sopra e all'improvviso decise.

— Okay, Chiederò al dottor Cheng di venire con noi a misurare lo spazio disponibile.

Parcheggiarono l'Alpha sotto il cumulo di pietrisco estratto dallo scavo, e Cheng lo aiutò a mettersi l'aerotuta. Sembrò rigida e strana dapprima, e il respiratore dava all'aria del casco un debole sentore di plastica calda, ma la tuta nel complesso lo fece sentire come se fosse con Capitan Cometeer e la Legione dei Perduti, atterrati su un pianeta sconosciuto.

Tanto entusiasmo svanì quando abbassò gli occhi sulla spiaggia gelata, dove Mondragon aveva trovato quel lucido prisma nero. Ricordò cosa i prismi avevano fatto alla Singh e agli ingegneri. Il freddo e il buio parvero avvolgerlo come una coltre. Rabbrividì e prese per mano sua madre.

— Vieni — gli disse lei — se vuoi vedere lo scavo.

Si arrampicarono sul cumulo di pietrisco fino all'habitat abbandonato. Cheng entrò per primo, con la luce del casco che guizzava e tremolava sulle ruvide pareti di roccia segnate dalle cicatrici dei denti delle macchine escavatrici.

— Fatemi vedere il posto — disse Kip — dove la dottoressa Singh aveva trovato i prismi e le ossa.

Rima li condusse fuori dalla grande caverna e dentro uno stretto cunicolo. La sua luce danzò su un ripiano di roccia dove la Singh aveva lasciato i suoi piccoli attrezzi da scavo. Kip vide una strana conchiglia marina e l'estremità di un osso giallo che si protendeva dalla roccia.

— Era il fondo di un lago dove si riversavano le inondazioni — disse sua madre. — Creature travolte dalle acque venivano sepolte nel fango che infine si tramuta

va in pietra. "Era una scoperta favolosa" aveva detto la Singh. Restò amareggiata... davvero... quando le chiusero gli scavi.

Rima continuò a camminare con Cheng. Lui restò lì, facendo giocare la propria luce sulla conchiglia e l'osso, cercando di immaginare che sorta di creature avessero vissuto in quegli antichi mari prima che si congelassero. Il pianeta doveva essere stato un posto migliore, allora, sebbene Mondragon pensasse che lì doveva essere morto qualcosa di malvagio per lasciare i fantasmi che infestavano il buio.

Si affrettò a raggiungere sua madre.

— ...fondere l'acqua con lampade calorifiche puntate sul ghiaccio — stava dicendo a Cheng, — Ricavare terreno dal permafrost.



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