Veleno by Alessandro Pastore

Veleno by Alessandro Pastore

autore:Alessandro, Pastore [Pastore, Alessandro]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Saggi
ISBN: 9788815229458
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2010-10-14T22:00:00+00:00


4. Dallo Stato della Chiesa alla Repubblica di Venezia

Un altro caso, che fa superare il confine dello Stato pontificio per portarci sino a Venezia, vede come suo protagonista un frate – un eremita di San Paolo – che troviamo carcerato nelle prigioni del tribunale bolognese nella primavera del 1630, poco prima che una virulenta epidemia di peste colpisse la città e il contado riducendone drasticamente la popolazione. Si chiamava Antonio da Tortoreto, era originario appunto di Tortoreto in Abruzzo, ed era stato fatto arrestare dal caponotaio del Torrone al confine con lo Stato di Modena, poi tradotto a Bologna, con la grave accusa di aver distillato nell’isola di Murano un veleno di elevata potenza ed efficacia «di questa qualità, che senza magnarlo né beverlo né odorarlo, ma solamente con toccarlo, avvelenasse la persona»[108]. L’allusione alla pericolosità delle sostanze tossiche per chi le trattava incautamente non è solo un elemento proprio del repertorio processuale. Anche i medici, per dissuadere i potenziali avvelenatori, mettevano in guardia dai rischi di un’arma «nociva» e «infame» e ricorrevano a una casistica esemplare ad deterrendum: Francesco Pona ricordava ai suoi lettori di aver incontrato a Padova un nobile studente forestiero che era visibilmente segnato nel volto da «lividori» e con gli occhi «esulcerati» dopo che era stato investito dai vapori di un veleno che stava preparando in una boccia di vetro[109]. Nella prima deposizione rilasciata dal frate e nei successivi colloqui condotti in persona dall’uditore Paolo Mangoni il religioso racconta, come un fiume in piena, la sua esistenza avventurosa e il proprio coinvolgimento nella fabbricazione della sostanza letale, cercando di attenuare le sue responsabilità e mostrando la sua intenzione di rivelare, a beneficio della giustizia, i re- troscena del caso[110]. Il giudice, mosso da curiosità o piuttosto dal desiderio di approfondire la storia personale del carcerato, che nel corso di un interrogatorio esclama: «V.S. vuole che gli racconti la mia vita», lo induce a parlare e il frate non si fa pregare. Poco dopo la nascita era stato portato a Napoli da uno zio, scrivano e sollecitatore, ove era rimasto fino all’età di venti o ventun anni quando era stato convinto da un eremita spagnolo che abitava a Brindisi a seguirne l’esempio, e in quella città aveva preso l’abito. Aveva trascorso due o tre anni nella città pugliese per poi praticare la vita solitaria in un romitaggio sul monte Gargano per un periodo fra quattro e cinque anni. Da qui era rientrato a Napoli, dove si era fermato per un eguale numero di anni, restando a lungo ricoverato presso l’Ospedale degli Incurabili; si era poi spostato a Roma, ove aveva continuato a curarsi all’Ospedale di Santo Spirito per dei problemi agli arti inferiori («certe doglie frigide et certe posteme nella gamba»). Trascorsi altri due anni in un eremi- taggio sul monte d’Ancona, cioè sul monte Conero, in seguito, autorizzato da un breve apostolico, era partito per la Spagna e aveva raggiunto San Giacomo di Compostela. Da qui aveva fatto nuovamente rotta verso l’Italia, toccando Milano, Firenze,



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