Viva Mussolini! by Aram Mattioli

Viva Mussolini! by Aram Mattioli

autore:Aram Mattioli [Mattioli, Aram]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Garzanti
pubblicato: 2011-09-14T22:00:00+00:00


4. Politiche della memoria della destra nella seconda repubblica

Ammissioni e iniziative locali

Il 31 ottobre 2008 l’emittente privata Odeon annunciò il suo nuovo talkshow, dedicato alla storia italiana: Venerabile Italia. La conduttrice Lucia Leonessi sarebbe stata affiancata da una «voce narrante»: quella di Licio Gelli, ex gran maestro della loggia Propaganda Due. La P2 e il suo inquietante «piano di rinascita democratica» – che prevedeva, tra l’altro, maggiori poteri per le forze dell’ordine, un maggiore controllo sulla giustizia, lo scioglimento dei sindacati e limitazioni della libertà di stampa – furono scoperti nel 1981. Licio Gelli, ex direttore di una fabbrica di materassi ad Arezzo, era a capo di un immenso impero nascosto, nel quale corruzione, abusi di potere e attentati erano all’ordine del giorno, con lo scopo di creare le condizioni per una svolta autoritaria in Italia. Dei loschi intrighi della loggia non si occupò solo una commissione d’inchiesta parlamentare, ma anche diversi procuratori della repubblica, che aprirono un’istruttoria per il sospetto di reati politici. Gelli fuggì all’estero per sottrarsi all’arresto, ma quando fu consegnato alle autorità italiane i giudici non riuscirono a dimostrare l’esistenza di alcun atto preparatorio per un colpo di stato. La commissione d’inchiesta parlamentare giunse però alla conclusione che uno degli obiettivi della P2 era stato quello di controllare il governo dall’interno.1

Più di un quarto di secolo dopo il vecchio burattinaio risorgeva come la Fenice dalle proprie ceneri. Gli veniva persino affidata una trasmissione televisiva in cui avrebbe potuto spiegare agli italiani la sua visione della storia del XX secolo. La biografia di Gelli – dagli anni Venti allo scandalo P2 – veniva esplorata in più puntate, seguendo un filo nero che attraversava i momenti più drammatici della storia recente. Licio Gelli aveva iniziato la sua carriera come fascista convinto; nel 1943 aveva combattuto nelle file della RSI.2 Le prime puntate della trasmissione erano dedicate alla dittatura di Mussolini, per poi passare alla crisi e agli scandali della repubblica del dopoguerra. Quella che veniva presentata come una trasmissione di informazione aveva in realtà l’obiettivo di travisare i fatti storici. Nella seconda puntata, per esempio, venivano messi a confronto i giovani fascisti con i giovani d’oggi, ai quali secondo Gelli mancano totalmente una spinta idealistica e l’«amore per la patria».3 Tutto d’un tratto Gelli era diventato un modello da seguire: da giovane fascista si era arruolato volontario nelle camicie nere che avevano combattuto al fianco di Franco nella guerra civile spagnola e dopo l’8 settembre, da soldato della RSI, aveva solo fatto «il proprio dovere militare».

Preoccupata dello share e del favore dell’elettorato di destra, Odeon non si fece alcun problema nel concedere spazio a Gelli. I responsabili della rete non si tirarono indietro nemmeno quando, durante la conferenza stampa in cui venne presentato il programma, l’ottantanovenne Gelli ebbe la faccia tosta di dichiarare: «Sono nato sotto il fascismo, sono fascista e morirò fascista».4 Nelle nove lezioni di storia che seguirono, l’ex capo della P2, sempre ben vestito, si presentò come il nonno saggio della nazione, pontificando con voce suadente.



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