Volevamo Uccidere Hitler by Philipp von Boeselager

Volevamo Uccidere Hitler by Philipp von Boeselager

autore:Philipp von Boeselager [Boeselager, Philipp von]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-12-15T08:41:11+00:00


IL GRUPPO TRESCKOW

(1942-1944)

Tresckow era un protestante prussiano, ufficiale e figlio di ufficiale. La sua anima vigorosa, di specchiata rettitudine, risplendeva di una pace interiore che improntava il suo modo di essere. La forza di quella personalità, forgiata da una fede autentica e scevra di ostentazione, si trasmetteva naturalmente alle persone che gli stavano attorno. Rigoroso con se stesso, ma mai austero con gli altri, Tresckow non era rimasto chiuso in una grande tenuta o nelle casematte della Reichswehr. L’esperienza professionale in banca e il soggiorno in America Latina negli anni Venti gli avevano dato un’apertura mentale rara nel suo ambiente. Era un uomo di cuore. La sua presenza in un gruppo esercitava una forza d’attrazione, un magnetismo naturale. Non attirava mai a sé con la forza: si andava spontaneamente verso di lui. Era di quegli individui rari che conciliano in se stessi bontà, intelligenza e virtù.

L’esperienza della guerra e la consuetudine con la morte non avevano fatto di lui un uomo indurito dalle atrocità: esprimeva i suoi sentimenti con pudore, amava la natura e si stupiva ogni volta di fronte all’opera del Creatore. Un giorno eravamo usciti a caccia assieme quando era ancora notte. I primi raggi di sole dissipavano lentamente le tenebre e le macchie lattiginose delle nuvole si tingevano di un rosa pallido. La natura, nella freschezza dell’aurora, si vestiva dei suoi primi colori autunnali. Si sentiva il richiamo roco e ammaliante di un bramito, poi fu la volta del canto nuziale del gallo cedrone, seguito dalla sua superba e stravagante sfilata. Puntai la carabina, ma Tresckow mi posò la mano sulla spalla, fermandomi. Ci prendemmo il tempo di respirare a fondo l’aria del mattino, di contemplare il risveglio della natura e di ascoltare le curiose melodie del mondo animale. Ripartiti all’inseguimento di un gallo cedrone, ci fermammo di nuovo, silenziosi, a osservare i saltelli di una varietà di ghiandaie multicolori, nella fitta massa ombrosa della foresta ancora addormentata.

È difficile parlare della fede di un uomo senza cadere nella banalità agiografica.

Henning von Tresckow era animato da una fervida pietà, che non temeva di testimoniare. Per il Natale del 1942 il comando generale della Wehrmacht aveva proibito qualsiasi celebrazione, e alcuni ufficiale nazisti erano stati incaricati di fare in modo che il divieto fosse rispettato. Si può quindi immaginare la sorpresa generale quando si vide Tresckow avanzare in silenzio in mezzo ai suoi uomini, tra Schultze-Büttger e Oertzen. L’ufficiale alle operazioni lesse il vangelo di Natale come avrebbe fatto in famiglia. Avevo avvisato Kluge dell’intenzione dì Tresckow, e il feldmaresciallo era venuto alla mensa degli ufficiali subalterni unicamente per coprire l’iniziativa del suo sottoposto. Fu un vero Natale cristiano, per la gioia della maggior parte di noi.

Tresckow aveva una fronte da filosofo, uno sguardo meditabondo e delle mani da artista. Era un militare che amava la pace, perché conosceva la guerra. Ne aveva provato l’amarezza fin da ragazzo, quando, a sedici anni, nel 1917, si era arruolato nei cadetti. Era stato mandato sul fronte francese nel giugno 1918, con il grado di sottotenente, in servizio nel prestigioso 1° reggimento a piedi della guardia.



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