Zona critica by Marco Pacini

Zona critica by Marco Pacini

autore:Marco Pacini [Pacini, Marco]
La lingua: eng
Format: epub
editore: Meltemi
pubblicato: 2024-02-09T13:40:41+00:00


Favole e tabù

Se dovessimo dare un titolo alla Grande favola che ci consente di vivere nella Zona critica business as usual, impedendoci di vederne i contorni e l’incombenza, propenderei per Le transizioni. Oppure, se lo si trova poco accattivante per il vasto pubblico ormai avvezzo al potere seduttivo e spesso truffaldino del globish, la scelta cadrebbe inevitabilmente su Green new deal.

In entrambi i casi il lieto fine sembra garantito e la modernità materiale messa al sicuro. Certo, qualche sacrificio dovremo farlo, ma sarà ripagato dalla soddisfazione di partecipare alla Causa, ampiamente condivisa non solo dagli ambientalisti, ma anche dal mercato, che “arruola” i consumatori offrendo un’infinita gamma di prodotti a “impatto zero” o quasi zero e di soluzioni smart. L’eco-cittadino milita di buon grado nell’esercito green che “salverà il pianeta”, usando più spesso la bicicletta e rinunciando alla bistecca di manzo, magari poco prima di cliccare un ordine di biancheria intima che gli sarà recapitata subito sulla porta di casa grazie al sistema “eco-mostruoso” di Amazon; o di spedire-ricevere qualche video troppo-troppo divertente dal suo smartphone durante la sessione quotidiana di 6-7 ore connesse che contribuisce a intasare l’infrastruttura rete sempre più energivora e assetata.

Ma siamo nelle transizioni, ecologica e digitale. Con la seconda a supporto della prima grazie alla “dematerializzazione” del mondo.

Una favola – come ho già parzialmente accennato nei capitoli precedenti – talmente ben confezionata dall’ufficio marketing dello “sviluppo sostenibile”, da costituire la spinta più forte verso quell’“amnesia strategica” che accompagna il procedere innovativo-progressivo del neuro-tecno-capitalismo; oltre a relegare in un recinto gli studi più accurati e documentati che hanno iniziato da qualche anno a smontare la favola stessa.

Qualche tempo fa ho avuto il piacere di partecipare a un dialogo pubblico con Simona Masina, oceanografa e scienziata del clima del Cmcc (Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici). Durante la nostra conversazione ha confessato la difficoltà comunicativa crescente da parte degli scienziati. Anche di quelli come lei, del tutto aliena da proclami catastrofisti, ma saldamente legata ai numeri e alle funzioni matematiche che descrivono lo stato del sistema-Terra. Eppure era chiarissima la scienziata, davanti a un pubblico attento che ci ha trattenuti ben oltre l’orario stabilito. Così, mentre l’ascoltavo, pensavo che l’unico modo per farci abbassare lo sguardo verso la terra e gli oceani, per ascoltarli, sarebbe quello di “costringere” tutte le persone che, come la mia interlocutrice, lavorano sulla Zona critica a dedicare una parte crescente del loro tempo all’incontro di persone vis a vis, sempre più spesso e in ogni luogo possibile. Per bucare la cappa oscura che vecchi e nuovi media (con poche ammirevoli eccezioni) hanno steso sulla storia più importante di sempre.

In assenza di questo squarcio da praticare nella trama confortevole e avvolgente della favola sulle transizioni, sarà quasi impossibile una mappatura del territorio spazio-epocale che ci è dato di abitare.

La favola – il cui racconto è affidato in primo luogo all’ambientalismo soluzionista che transita in un flusso continuo da istituzioni e think tank fino ai media “progressisti” – non può che iniziare dalla promessa di una rapida decarbonizzazione dell’economia.



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