03.1950.Di Bene in Meglio by A.A.Fair

autore:A.A.Fair
La lingua: ita
Format: mobi
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

IX

Le montagne sopra Valleydale erano ricoperte di boschi di pini, di arbusti, e di manzanite; più in basso, invece; dove cominciava la distesa ondulata delle colline, crescevano enormi querce. La vallata sottostante, un tempo fertilissima e ricca di colture, era ora un ammasso informe di rocce ammonticchiate. Erano rocce cilindriche, corrose dagli antichi ghiacciai e dalle acque, e brillavano al sole come candide ossa del deserto. Qua e là, era stato fatto qualche tentativo di livellare il terreno; e s'intravvedevano dei modesti orticelli. Sulle falde delle colline che i minatori avevano risparmiato, querce massicce proiettavano sul terreno scure pozze d'ombra invitante. Dei piccoli vigneti a ridosso della montagna davano una vaga idea di quello che la regione era stata una volta.

Il fiume che scendeva dalla montagna, attraversava con acque tranquille la città, poi si incuneava attraverso le sporgenze deformi delle rocce.

Trovai un alloggio. Diedi il numero della macchina e il mio vero nome; non volevo.

Qualora mi fossi trovato nelle condizioni di dover render conto alla polizia del mio tempo, far pensare che avessi tentato di fuggire di mascherare la mia identità.

In tutta la città, regnava un'atmosfera di sfiducia e di scontentezza.

Quelli che originariamente avevano posseduto la terra, avevano migrato altrove. Quelli che erano rimasti, per aver conosciuto giorni migliori, attendevano ai loro affari. Demoralizzati e indifferenti. Quasi per inerzia.

Non potei rintracciare i registri della vecchia società che aveva proceduto all'estrazione dell'oro, perché la sede centrale degli uffici era sempre stata altrove. Cercai allora di sapere se esisteva ancora qualcuno dei vecchi impiegati, e se viveva in città. Il proprietario di un negozio di stoffe mi disse che c'era un vecchio minatore; si chiamava Peter, o qualcosa del genere, e viveva in una capanna lungo il fiume, in una piccola striscia di terra che non era stata mai esplorata, a un miglio circa dalla città; Peter andava una volta ogni tanto in città, per i rifornimenti; pagava in contanti; era scontroso e non parlava con nessuno.

Raggiunsi la capanna di Peter, all'imbrunire. Peter doveva aver passato la sessantina. Era grosso di ossatura, ma asciutto e diritto nella persona. Di cognome si chiamava Digger.

- Che volete? Chiese, indicandomi una rozza panca di legno, vicino alla stufa. Sul fuoco c'era una grossa pentola, dove cuocevano delle fave.

- Sto cercando notizie su vecchie storie del paese.

- Per che fare?

- Sono uno scrittore.

- Che cosa scrivete?

- Una storia sull'estrazione dell'oro.

Peter si tolse la pipa di bocca e accennò, al di sopra delle proprie spalle, in direzione di Valleydale. Lì vi diranno tutto quel che vorrete.

- Sembrano prevenuti dissi. Peter sogghignò divertito.

Mi guardai intorno: si sta bene qui; è molto intimo.

- Per me va bene.

- Come mai i minatori rispettarono questo pezzo di terra?

- Qui non poterono toccare nulla, altrimenti le acque avrebbero invaso il terreno dove stavano lavorando, volevano fare una diga e ritornarci; ma poi, le cose cambiarono.

- Com'è grande la striscia di terra?

- Sarà un chilometro in lunghezza e duecento metri circa in larghezza.

- La campagna sembra ricca. Era tutta così la regione una

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