12 Bytes by Jeanette Winterson

autore:Jeanette Winterson [Winterson, Jeanette]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2022-12-22T12:00:00+00:00

Fino al marzo 2021, per la modica cifra di 188 yuan all’ora (l’equivalente di 28 dollari), un lavoratore della fabbrica Foxconn di Shenzhen poteva comprare del tempo da passare con una bambola parlante presso il bordello Ai Ai Land, solo che la bambola non parlava, perché agli uomini era stato raccomandato di non stringere legami con le bambole. Circa l’ottanta per cento dei lavoratori della Foxconn sono uomini. La fabbrica è stata oggetto di un’ispezione per le sue pessime condizioni di lavoro e sono state installate delle reti di protezione antisuicidio per evitare che i lavoratori si buttassero giù dal tetto.

In Cina i bordelli sono proibiti ma, come in Francia, i sexdoll club non rientrano nell’ambito di applicazione della legge. Il bordello Ai Ai Land è stato chiuso per motivi di igiene.

Per ironia della sorte, la Foxconn sta cercando di passare all’automazione robotica: i robot sono meno costosi e non si suicidano.

Sono molte le domande che dobbiamo porci, e molte sono le questioni in essere.

Ma non si tratta di un gioco perché il punto fondamentale è il lavoro. A quelli che non lavorano – e la mancanza di lavoro sarà la prima conseguenza della robotica, anche se forse non sarà duratura – le bambole del sesso potrebbero offrire un momento di sollievo dalla noia, dall’infelicità e dalla miseria, mentre non serviranno a quelli che lavorano troppo, dal momento che non avranno il tempo materiale per stabilire un rapporto.

I dipendenti di Alibaba, il colosso cinese dell’e-commerce, hanno coniato la sigla 996ICU per definire la loro condizione lavorativa: dalle 9 di mattina alle 9 di sera, 6 giorni alla settimana, con la prospettiva di finire alla ICU, l’Intensive Care Unit, ovvero il reparto di terapia intensiva.

Le sexbot potrebbero essere necessarie per la salute fisica e mentale.

E perché mai le sexbot ci danno il voltastomaco quando siamo già circondati da robot badanti, robot aiutanti, robot amici, incarnati o immateriali, e lo saremo sempre di più?

Sono una fan dell’intelligenza artificiale – che io reputo un’intelligenza alternativa più che artificiale – ma la questione dei robot del sesso non riguarda tanto le nuove tecnologie quanto il sessismo retrogrado e gli stereotipi di genere. Vi basterà navigare cinque minuti in rete per allontanarvi dal mondo dei pionieri del digisex e precipitare nel buco nero di chi diffonde in un modo nuovo e sgradevole l’annosa malattia della misoginia.

I Men Going Their Own Way, altrimenti noti con la sigla MGTOW o con l’abbreviazione Miggies, sono un gruppo eterogeneo di incels (gli “involontariamente celibi”, che non capiscono perché le donne che loro desiderano non li desiderano), di ex scaricati, di artisti del rimorchio che vogliono dare una bella lezione al genere femminile, di suprematisti bianchi che odiano le relazioni interrazziali e vogliono punire le donne che definiscono “collaborazioniste”, di idioti amareggiati perché convinti che una donna sia stata promossa al posto loro (ce ne sono un sacco), di tipi arrabbiati che sbraitano contro il linguaggio politicamente corretto e il comportamento politicamente corretto – “uno schiaffo NON è violenza contro

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