12 mondi - Dodici racconti di fantascienza (1960) by A cura di Frederik Pohl

autore:A cura di Frederik Pohl
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fantascienza
editore: Edizioni dello Scorpione
pubblicato: 1960-01-19T16:00:00+00:00

Così piantai baracca e burattini e andai ad arruolarmi… Non le sto dicendo nulla da cui possa cavare qualcosa, capito? Questo è solo per darle un’idea, capito?… Bene. Avevo circa trent’anni, allora, ed ero piuttosto ben messo. Bene, come dicevo, quando Re Francesco ci mandò a Torino (Monsieur de Montagan era Colonnello-Generale della Fanteria) il mio comandante, capitano Le Rat, ci guidò su per una collina per conquistare una posizione, e le assicuro che passammo cinque minuti d’inferno! Le sorti della battaglia rimasero indecise fino a che il grosso dell’esercito non riuscì a sfondare, e allora noi avanzammo e io mi beccai questa.”

Il caporale si toccò la fronte. “E come?” gli domandai.

“Da un alabardiere. Sa cos’è un’alabarda, vero? È una specie di grossa scure in cima a un palo lungo tre metri. Puoi spaccare un uomo in due fino alla vita, con un’alabarda, se ci sai fare a maneggiarla. Ha capito? Se m’avesse beccato in pieno… be’, mi sa che adesso non sarei qui. Ma la vidi arrivare, capito, e cercai di schivarla, ma nello schivarla il piede mi scivolò su una chiazza di sangue, e caddi giù di traverso. L’alabardiere mi colpì ugualmente. Mi prese qui, proprio dove c’è la cicatrice. Vede? Poi tutto cominciò a sembrarmi come in bianco e nero, poi nero, e svenni. Ma non ero morto, capito? Mi svegliai, e c’era il medico dell’esercito, con su una corazza da quattro soldi, senza l’elmo, e inzuppato di sangue fino ai gomiti. Sangue nostro, può scommetterci: sa che cosa sono i medici militari?”

Per rabbonirlo, dissi: “Oh sì, lo so, lo so. E questo, mi diceva, è successo nel 1537?”

“Forse nel 1536, non ricordo con esattezza. Come le dicevo, mi svegliai, e vidi il dottore, e lui stava parlando con un altro dottore che non potevo vedere; e tutt’attorno uomini che urlavano come disperati… supplicando gli amici di tagliar loro la gola e liberarli dalle sofferenze… invocando il prete… credevo d’essere all’inferno. La mia testa, spaccata da qua fin qua, era completamente aperta, tanto che sentivo una specie di corrente d’aria passarmi attraverso il cervello, e dentro tutto che faceva bumf-bumf, bumfete-bum, bumf-bumf-bumf. Ma per quanto non potessi né muovermi né parlare, vedevo e sentivo tutto quello che stava succedendo. Il dottore mi guardava e diceva…”

Il caporale Cuckoo fece una pausa. “E diceva?” lo esortai gentilmente.

“Be’,” osservò sprezzante il caporale Cuckoo, “lei non sa nemmeno il significato di quello che stava leggendo nel suo libriccino… Pipeur ou hasardeur de dez e via discorrendo… e sì che ce l’ha stampato bello chiaro. Vedrò di mettergliela in modo che possa capire. Il dottore diceva pressapoco così: ‘Venga qui e guardi, signore, venga a vedere! Le cervella di costui scappavano addirittura fuori dalla testa. Se l’avessi medicato col thériac, a quest’ora sarebbe morto e sepolto da un pezzo. Invece, essendo sprovvisto di thériac, e in mancanza di qualcosa di meglio, l’ho medicato col mio Digestivo. E guardi cos’è successo. Ha aperto gli occhi! Osservi, inoltre, che le ossa a poco a poco si riuniscono, e sopra questo cervello pulsante si sta formando una specie di pelle.

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