[#2] Tre giorni per morire by Karin Slaughter

autore:Karin Slaughter [Slaughter, Karin]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788866880493
Google: Zz9EAwAAQBAJ
Amazon: B00C7QEI0I
editore: Timecrime
pubblicato: 2013-04-05T00:00:00+00:00

11

Faith era seduta al tavolo in cucina. Se non fosse stato per la luce dei fornelli, la stanza sarebbe stata completamente buia. Aveva tirato fuori una bottiglia di vino, un bicchiere, il cavatappi. Ora giacevano inutilizzati sul tavolo di fronte a lei. Per anni non aveva desiderato altro che Jeremy avesse l’età giusta per andarsene di casa, in modo da concedersi finalmente uno straccio di vita. Adesso però sentiva solo una voragine al posto del cuore.

Bere non l’avrebbe aiutata. Il vino la rendeva triste. Prese in mano il bicchiere per metterlo via, ma lo urtò. Cercò di afferrarlo, ma lo vide rimbalzare oltre il bordo del tavolo e frantumarsi sul pavimento. Si chinò a raccoglierne i pezzi. Si chiese se non fosse il caso di accendere la luce un secondo prima che una scheggia le provocasse un taglio sul dito.

«Maledizione» brontolò portandosi il dito alla bocca. Si avvicinò al lavandino e lasciò scorrere dell’acqua sopra la ferita. Accese la lampada più vicina e rimase a guardare il sangue defluire e scomparire. Defluire e scomparire.

La sua vista fu presto offuscata dalle lacrime. Una scena tanto melodrammatica la faceva sentire stupida, ma non c’era nessuno accanto a lei a chiederle perché stesse piangendo per quel taglio superficiale; lasciò quindi che le lacrime le scivolassero sul viso. Aveva diversi motivi per piangere. La mattina seguente sarebbe iniziato il terzo giorno dal rapimento di Emma.

Cosa avrebbe fatto Abigail Campano appena svegliata? Svanita la momentanea amnesia portata dal sonno sarebbe forse stata costretta a ricordare che sua figlia non c’era più? Cosa avrebbe fatto a quel punto? Avrebbe ripensato a tutte le colazioni che aveva preparato, ai compiti, alle lezioni di calcio e di danza a cui l’aveva accompagnata? Oppure avrebbe rivolto il pensiero a un futuro spezzato? Alla laurea, al matrimonio, ai nipotini?

Faith si asciugò le lacrime con un fazzoletto. Si rendeva conto che la sua ricostruzione non aveva senso. Nessuna madre potrebbe dormire mentre suo figlio è in pericolo. Faith aveva trascorso diverse notti in bianco pur sapendo perfettamente dove fosse Jeremy, o quantomeno dove sarebbe dovuto essere. Aveva temuto incidenti d’auto, dosi eccessive di alcol e, non volesse il cielo, una fidanzatina stupida quanto lo era stata Faith alla sua età. Avere un figlio di quindici anni più giovane di lei era un trauma; avere un nipote di soli sedici anni più giovane del proprio figlio sarebbe stato devastante.

Faith si abbandonò a un sorriso e gettò il fazzoletto nel cestino. Avrebbe dovuto chiamare sua madre e farsi commiserare, o quantomeno chiederle scusa per la milionesima volta. Eppure l’unica persona che aveva davvero voglia di vedere era suo padre.

Bill Mitchell era morto di infarto sette anni prima. Era successo tutto molto in fretta. Un giorno si era stretto il braccio e si era accasciato sul pavimento della cucina, e due giorni più tardi si era spento in ospedale. Il fratello di Faith era dovuto rientrare dalla Germania. Jeremy aveva dovuto assentarsi da scuola. Bill Mitchell aveva condotto un’esistenza assennata, e anche in punto di morte era riuscito a tenere conto delle esigenze della sua famiglia.

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