Luna rossa by Jo Nesbø

Luna rossa by Jo Nesbø

autore:Jo Nesbø
La lingua: ita
Format: mobi, azw3, epub
Tags: Thrillers, Crime, Fiction
ISBN: 9788858440902
editore: Giulio Einaudi Editore
pubblicato: 2023-05-08T22:00:00+00:00


Capitolo 29

Sabato. «Tapetum lucidum»

Mancava un’ora alla mezzanotte e i viottoli bagnati che attraversavano il parco del castello brillavano alla luce dei lampioni.

Harry era piacevolmente stordito e la realtà sufficientemente distorta. In poche parole, si trovava nella fase piú piacevole della sbronza, quella in cui sapeva di abitare una dimensione illusoria, ma a livello mentale non soffriva. Lui e Alexandra stavano percorrendo il parco. I volti che incontravano fluttuavano indistinti. Lei, per aiutarlo a stare in piedi, gli cingeva le spalle con un braccio e con l’altro la vita. Era ancora furibonda.

– Una cosa è rifiutarsi di versarci ancora da bere, – sibilò lei.

– Rifiutarsi di dare da bere a me, – le fece eco Harry con una dizione molto piú ferma della sua andatura.

– Un’altra è sbatterci fuori dal locale.

– Sbattere fuori me, – le fece di nuovo eco Harry. – Ho capito che ai bartender non piace che gli avventori si addormentino con la testa sul bancone.

– E soprattutto che modi.

– Ci sono modi peggiori, Alexandra, credimi.

– Ah, sí?

– Eh, sí. Questa è una delle volte in cui sono stato scaraventato fuori con piú tatto. In realtà, mi chiedo se non entri di diritto nell’elenco dei cinque-posti-dove-mi-hanno-scaraventato-fuori-con-piú-gentilezza.

Lei rise e appoggiò la testa sulla fossetta della gola di Harry, con il risultato che lui debordò sul prato reale, dove un uomo anziano con il cane che faceva i suoi bisogni li guardò con aria di disapprovazione.

Alexandra riuscí a riportare Harry sul viottolo. – Fermiamoci da Lorry e prendiamoci un caffè, – disse.

– E una birra, – aggiunse Harry.

– Caffè. Se non vuoi essere sbattuto fuori di nuovo.

Harry ci pensò un attimo. – Okay.

Da Lorry c’era tantissima gente, ma riuscirono a trovar posto insieme a due persone che parlavano francese nel terzo séparé a sinistra della porta d’ingresso e a farsi servire due grandi tazze di caffè fumante.

– Stanno parlando degli omicidi, – sussurrò Alexandra.

– No, – disse Harry. – Stanno parlando della Guerra civile spagnola.

A mezzanotte uscirono da Lorry senza aver bevuto un altro goccio d’alcol, quindi erano un po’ meno sbronzi.

– A casa da me oppure da te? – chiese Alexandra.

– Mi offri qualche alternativa in piú?

– No, – disse lei. – A casa da me, allora. E andiamo a piedi. Cosí respiriamo una boccata d’aria fresca.

Il suo appartamento si trovava in una palazzina d’epoca in Marcus Thranes gate, a metà tra St Hanshaugen e Alexander Kiellands plass.

– Hai traslocato dall’ultima volta, – notò Harry quando si trovò nella camera matrimoniale, malfermo sulle gambe, mentre lei cercava di spogliarlo. – Ma vedo che il letto è lo stesso.

– Bei ricordi?

Lui ci pensò su.

– Cretino, – gli disse Alexandra spingendolo sino a farlo sdraiare sulla schiena e mettendosi in ginocchio per slacciargli i calzoni.

– Alexandra … – disse lui appoggiando la mano sulla sua.

Lei si fermò e lo guardò.

– Non ci riesco, – disse lui.

– Troppo sbronzo?

– Anche, probabile. Ma oggi sono andato sulla sua tomba.

Si aspettava che lei reagisse all’umiliazione con stizza, gelo, disprezzo. Invece nel suo sguardo colse solo una stanca rassegnazione.



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