Il colpevole by Lisa Ballantyne

Il colpevole by Lisa Ballantyne

autore:Lisa Ballantyne
La lingua: ita
Format: mobi, epub
editore: Giano
pubblicato: 2012-11-01T23:00:00+00:00


19.

Sebastian aveva un’aria diversa, quando Daniel tornò alla struttura protetta per incontrarlo. Freddezza e autocontrollo erano quelli di sempre, ma il ragazzino sembrava appesantito, gonfio. Aveva il viso piú pieno, con borse scure sotto gli occhi. I polsi esili si erano ingrossati, e sul dorso delle mani erano comparse delle fossette. A Parklands House c’era poca possibilità di fare movimento e Daniel sapeva che l’alimentazione a base di pizza e patatine sarebbe stata uno shock in confronto alle verdure biologiche di Islington con cui Charlotte di sicuro lo nutriva.

«Come va?» chiese Daniel.

«Tutto bene» rispose Sebastian, sorreggendosi la guancia con la mano chiusa a pugno. «Mi annoio. E la scuola è anche peggio di quella normale. Gli insegnanti sono stupidi e gli altri alunni ancora piú stupidi».

«Be’, non manca molto al processo, ormai. Oggi vorrei affrontare solo alcune questioni insieme a te».

«Mi porteranno sul banco degli imputati in manette?».

«No. Prima del processo ti porteranno a vedere l’aula del tribunale. Ci sarà una signora simpatica che ti farà fare un giro. La conosco. Ti spiegherà come funziona il processo. Sappiamo già che sarai seduto accanto a me, i tuoi genitori alle nostre spalle, e non sul banco degli imputati. Per te va bene?».

Sebastian annuí. «È perché non sono davvero convinti che sia stato io?».

«No, è perché sei un bambino. Sul banco degli imputati fanno salire soltanto gli adulti».

«Glielo dici, al giudice, che non sono stato io?».

«Ti ricordi Irene Clarke, il tuo avvocato difensore?».

Sebastian annuí con decisione.

«Sarà lei che perorerà la tua causa davanti alla giuria».

Daniel aprí il bloc-notes e tolse il tappo alla penna. Sebastian si alzò e girò intorno al tavolo per vedere i vari fogli nella cartelletta di Daniel. Gli si sporse vicino e studiò di nuovo il suo biglietto da visita, il cellulare, la stilografica e le chiavette USB che Daniel teneva nel portadocumenti rivestito in pelle. Daniel sentí il profumo dei capelli puliti del bambino, e il suo alito alla fragola. Quel lieve peso che gli si appoggiava sulla spalla lo commosse. Daniel ricordava di aver chiesto amore e affetto agli estranei, appoggiandosi a loro ma senza ricevere nulla. E cosí non si scansò, non evitò il peso di Sebastian. Continuò a prendere appunti, facendo attenzione a non muoversi piú di tanto e a non rifiutare inavvertitamente la sua vicinanza. Dopo qualche istante, Sebastian sospirò e girò di nuovo intorno al tavolo, tenendo in mano l’iPhone di Daniel, il quale lo aveva spento entrando a Parklands House. Con la massima naturalezza, lo accese.

Daniel allungò la mano aperta, il bambino sorrise e incrociò il suo sguardo.

«Grazie» disse Daniel, aspettandosi di riavere il telefono. Non sapeva perché avesse dato a Sebastian il permesso di prenderlo, ma era convinto che glielo avrebbe restituito senza fare storie.

«Mamma mi fa giocare con il suo cellulare».

«Bene, di sicuro ci puoi giocare la prossima volta che lei viene a trovarti».

Sebastian fece finta di non averlo sentito, si appoggiò all’indietro sulla sedia e cominciò a scorrere la rubrica.

Daniel cercò di ricordare che cosa facesse Minnie quando lui la provocava in quel modo.



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