A sangue freddo by Truman Capote

A sangue freddo by Truman Capote

autore:Truman Capote
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
editore: Garzanti
pubblicato: 1999-05-08T22:00:00+00:00


«Violazione di parola.»

«Uh-uhu. Tutta questa strada fin dal Kansas per una faccenda così. Be', io sono solo una bionda un po' ottusa. Io vi credo. Ma non andrei a raccontare questa storia a una bruna.» Sollevò la lattina di birra, la vuotò, quindi la rigirò pensosamente tra le mani venate e macchiate dagli anni. «Di qualunque cosa si tratti, non è niente di grosso. Non può esserlo. Non ho ancora incontrato un uomo di cui non riesco a indovinare subito il numero di scarpe. Questo qui, è solo un piccolo furfante. Un cialtroncello che ha cercato di lisciarmi e di contarmela su perché non gli facessi pagare l'ultima settimana che ha passato qui.» Ridacchiò, presumibilmente dell'assurdità di una simile ambizione. L'investigatore chiese quanto costava la camera di Smith. «Prezzo solito. Nove dollari alla settimana. Più cinquanta centesimi come deposito per la chiave. Rigorosamente in contanti. Rigorosamente in anticipo.»

«Cosa faceva, mentre stava qui? Aveva degli amici?» domandò Nye. «Credete che tenga d'occhio tutti i pezzenti che arrivano qui dentro?» ribattè la padrona. «Perditempo. Lazzaroni. A me non interessa. Io ho una figlia che ha sposato un pezzo grosso.» Poi aggiunse: «No, non aveva nessun amico. Almeno io non l'ho mai visto in giro con qualcuno in particolare. L'ultima volta che è stato qui, passava quasi tutta la giornata a rabberciare la sua auto. Era posteggiata qui fuori. Una vecchia Ford. Pareva che fosse stata fabbricata prima che lui nascesse. L'aveva riverniciata. La parte superiore in nero e il resto in argento. Poi ci ha scritto IN VENDITA sul parabrezza. Un giorno ho sentito un babbeo che si era fermato e gli offriva quaranta dollari, quaranta più di quanti ne valesse. Ma lui dichiarò che non poteva cederla per meno di novanta. Che ne aveva bisogno per comperarsi un biglietto di pullman. Poco prima che se ne andasse ho saputo che un tizio di colore gliel'aveva comperata.»

«Disse che gli occorrevano i quattrini per un biglietto di pullman. Ma non sapete dove volesse andare?» La donna sporse le labbra, ci infilò una sigaretta, ma i suoi occhi rimasero fissi su Nye. «Parliamoci chiaro. C'è del denaro in ballo? Una ricompensa?» Attese una risposta; quando non ce ne fu alcuna, parve soppesare le probabilità e decidere di parlare. «Perché ho avuto l'impressione che qualunque fosse la sua meta non intendesse starci molto. Che contasse di tornare qui. In un certo senso mi aspettavo di vederlo arrivare da un giorno all'altro.» Accennò con il capo all'interno della pensione. «Venite, vi mostro perché.» Scale. Corridoi grigi. Nye annusò gli odori, separandoli: disinfettante per gabinetti, alcool, sigari spenti. Dietro una delle porte un inquilino ubriaco gemeva e cantava nella salda stretta dell'esultanza o del dolore. «Chiudi la ciabatta, Olandese! Piantala o ti sbatto fuori!» strepitò la donna. «Ecco,» disse a Nye precedendolo in uno sgabuzzino buio. Girò un interruttore. «Là. Quella scatola. Mi ha chiesto se potevo tenergliela fino a quando fosse tornato.» Si trattava di una scatola di cartone, non avvolta in carta ma legata con una corda.



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