Adriano. Roma e Atene by Carandini Andrea & Papi Emanuele

Adriano. Roma e Atene by Carandini Andrea & Papi Emanuele

autore:Carandini, Andrea & Papi, Emanuele [Carandini, Andrea & Papi, Emanuele]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


11. Il Tempio dei divi Adriano e Sabina (Hadrianeum) e le province dell’impero. Vedi § 66, tav. 12.

Nel settore centro-orientale del Campo Marzio si estende la zona destinata al culto degli imperatori divinizzati, esterna al pomerium, nella quale si addensano templi, basiliche, altari e poi anche colonne erette in loro onore. È qui che Adriano fa erigere il tempio (Monumento 10) dedicato a sua suocera, Matidia, divinizzata nel 119 d.C., entro un grandioso progetto edilizio che comprende anche le due basiliche dedicate alla stessa Matidia e a sua madre Marciana, sorella di Traiano. Nel riassetto di questo settore urbano – ancora gravemente ferito dall’incendio dell’80 d.C. – nel quale si inserisce anche il completamento del Pantheon (Monumento 9), Adriano deve aver progettato il tempio che dopo la sua morte avrebbe dovuto ospitare il culto di lui divus e di sua moglie Sabina diva: l’Hadrianeum o templum Hadriani. L’edificazione è attribuita dalle fonti ad Antonino Pio, figlio adottivo e successore di Adriano, che a lui lo ha dedicato nel 145 d.C. (Storia Augusta. Vita di Antonino Pio, 8; Storia Augusta. Vita di Lucio Vero, 3). Il tempio si ergeva all’interno di un’ampia piazza porticata sui quattro lati il cui ingresso principale si apriva verso la via Lata tramite un arco che ancora si vedeva in Piazza Sciarra nel XVI secolo, mentre un ingresso posteriore doveva immettere al complesso di Matidia. La piazza era chiusa da un muro in opera quadrata di peperino, individuato in più tratti, che al centro dei lati maggiori si articolava in una lunga esedra rettangolare culminante al centro con una grande abside semicircolare – in parte rinvenuta sul lato settentrionale del complesso tra Piazza di Pietra e via dei Bergamaschi – i cui portici erano sostenuti da preziose colonne in marmo giallo antico. L’attico del portico, in corrispondenza con le novanta colonne – escludendo le quattro angolari – era decorato da rilievi con personificazioni femminili stanti di grandezza poco inferiore al vero, rappresentanti le provinciae dell’impero che al tempo di Adriano erano 45: 41, compreso l’Egitto, più i 4 distretti nei quali il principe aveva diviso l’Italia. È quindi probabile che esse venissero proposte due volte, a settentrione e a meridione dell’asse centrale raggiungendo il numero di 90. Sempre sull’attico, alternati alle provinciae, in corrispondenza degli intercolumni figuravano invece bassorilievi con trofei di armi e insegne militari. Sono noti in tutto 10 trofei e 24 province, di cui poche identificate con sicurezza tra le quali la Parthia, la Phrygia, la Germania, l’Africa e la Mauretania (tav. 12). La posa e gli attributi con cui le provinciae sono raffigurate, non come captae, cioè prigioniere, quindi con mani legate, ma come fideles e parte integrante dell’impero, sono il riflesso della considerazione che Adriano attribuiva loro, lontano com’era dai desideri di conquista di Traiano.

All’interno della piazza, su un alto podio in peperino e travertino, era il tempio rivolto a est, circondato interamente da colonne, quindi periptero alla maniera greca, di ordine corinzio e in marmo orientale proconnesio, con otto colonne



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