Alice nel Paese delle meraviglie by Lewis Carroll

Alice nel Paese delle meraviglie by Lewis Carroll

autore:Lewis Carroll
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
Tags: Fantasy, Narrativa
editore: Feedbooks
pubblicato: 1865-07-11T23:00:00+00:00


Capitolo 7

Un tè di matti

Sotto un albero di rimpetto alla casa c’era una tavola apparecchiata. Vi prendevano il tè la Lepre di Marzo e il Cappellaio. Un Ghiro profondamente addormentato stava fra di loro, ed essi se ne servivano come se fosse stato un guanciale, poggiando su di lui i gomiti, e discorrendogli sulla testa. "Un gran disturbo per il Ghiro, — pensò Alice, — ma siccome dorme, immagino che non se ne importi nè punto, nè poco." La tavola era vasta, ma i tre stavano stretti tutti in un angolo: — Non c’è posto! Non c’è posto! — gridarono, vedendo Alice avvicinarsi. — C’è tanto posto! — disse Alice sdegnata, e si sdraiò in una gran poltrona, a un’estremità della tavola.

— Vuoi un po’ di vino? — disse la Lepre di Marzo affabilmente. Alice osservò la mensa, e vide che non c’era altro che tè. — Non vedo il vino, — ella osservò. — Non ce n’è, replicò la Lepre di Marzo. — Ma non è creanza invitare a bere quel che non c’è, — disse Alice in collera. — Neppure è stata creanza da parte tua sederti qui senza essere invitata, — osservò la Lepre di Marzo. — Non sapevo che la tavola ti appartenesse, — rispose Alice; — è apparecchiata per più di tre. — Dovresti farti tagliare i capelli, — disse il Cappellaio. Egli aveva osservato Alice per qualche istante con molta curiosità, e quelle furono le sue prime parole. —Tu non dovresti fare osservazioni personali, — disse Alice un po’ severa; — è sconveniente. Il Cappellaio spalancò gli occhi; ma quel che rispose fu questo: — Perchè un corvo somiglia a uno scrittoio? — Ecco, ora staremo allegri! — pensò Alice. —Sono contenta che hanno cominciato a proporre degli indovinelli… credo di poterlo indovinare, — soggiunse ad alta voce. — Intendi dire che credi che troverai la risposta? — domandò la Lepre di Marzo. — Appunto, — rispose Alice. — Ebbene, dicci ciò che intendi, — disse la Lepre di Marzo. — Ecco, — riprese Alice in fretta; — almeno intendo ciò che dico… è lo stesso, capisci. — Ma che lo stesso! — disse il Cappellaio. — Sarebbe come dire che "veggo ciò che mangio" sia lo stesso di "mangio quel che veggo." — Sarebbe come dire, — soggiunse la Lepre di Marzo, — che "mi piace ciò che prendo", sia lo stesso che "prendo ciò che mi piace?" — Sarebbe come dire, — aggiunse il Ghiro che pareva parlasse nel sonno, — che "respiro quando dormo", sia lo stesso che "dormo quando respiro?" — È lo stesso per te, — disse il Cappellaio. E qui la conversazione cadde, e tutti stettero muti per un poco, mentre Alice cercava di ricordarsi tutto ciò che sapeva sui corvi e sugli scrittoi, il che non era molto. Il Cappellaio fu il primo a rompere il silenzio. — Che giorno del mese abbiamo? — disse, volgendosi ad Alice. Aveva cavato l’orologio dal taschino e lo guardava con un certo timore, scuotendolo di tanto in tanto, e portandoselo all’orecchio.



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