Affresco veneziano by Francesco Grimandi

Affresco veneziano by Francesco Grimandi

autore:Francesco Grimandi [Grimandi, Francesco]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788863541892
Google: G0TWQgAACAAJ
editore: Sacco
pubblicato: 2009-04-15T00:59:35+00:00


XIII

Il senso d’afflizione che aveva colto Matteo l’aveva precipitato in una prigione di dolore dalla quale non riusciva a liberarsi. Una volta di più vivere appariva un esercizio ingrato, in bilico su una fune sottile che in qualsiasi istante poteva spezzarsi. Un’esperienza passeggera quanto un fiore di campo che oggi c’è e domani non se ne trova traccia.

Avere fatto il possibile per salvare Giorgio non gli bastava. Soprattutto, non sarebbe servito a riportarlo in vita. Davanti a sé rivide le immagini della giornata che volgeva al termine: la paura e la rabbia che l’avevano sostenuto si erano dissolte, come il sole che stava calando all’orizzonte. Ciò che restava era un vuoto incolmabile per un amico con il quale non avrebbe mai più scherzato.

Luciano che sedeva accanto fissò il posto libero sulla panca, poi riportò lo sguardo su di lui: “Smettila di tormentarti. Quel che è accaduto non è colpa tua. Sono cose della vita. Magari potessimo stabilire noi quando è il momento di andarcene.”

“Non so più cosa credere… Ho una gran confusione in testa.”

“Hai compiuto un’impresa straordinaria, te ne rendi conto? Senza di te non ce l’avremmo mai fatta.”

Lui lo fissò con occhi arrossati: “Non tentare di consolarmi.”

“No, dico sul serio. Se Giorgio fosse qui, lo confermerebbe.”

“Intanto però è morto. E non è stato il solo.”

“Ascolta, avrai modo di rifletterci, ma oggi ti sei comportato bene. Cerca di guardare a questo.”

Matteo non rispose, scrutando il mare in lontananza; tuttavia non riuscì a provare meno dolore.

Le cose di prima non gli parevano più le stesse. In realtà, era lui a essere diverso, a sentirsi cambiato. Una parte di lui non esisteva più. Era stata annientata, spazzata via, e qualcosa di nuovo era nato al suo posto. Lo avvertiva, benché non riuscisse ad attribuirgli una forma precisa. Come un cieco che sonda a tentoni qualcosa di sconosciuto per capire cosa sia.

Scontrarsi un’altra volta con la morte, in quella forma così primitiva e cruenta, aveva messo a nudo l’essenza della sua anima, ardendo come pula le incertezze e le paure che la tenevano incatenata.

Al contrario, nelle panche vicine alla sua, l’umore dei compagni era allegro e brioso, se non ilare. Per ovvie ragioni chi aveva ingaggiato battaglia al fondaco era stato dispensato dai primi due turni di voga.

Malgrado ciò, lui avrebbe preferito aver da fare. Per non pensare.

“Nella mischia di oggi hai speso molte energie” l’ammonì Luciano, “e hai bisogno di riprenderti. Riposati e non isolarti. Vedi gli altri? Fanno festa perché ce l’hanno fatta e tu dovresti fare altrettanto. Se non altro, potresti mostrarti più contento di essere scampato all’imboscata.”

Matteo lo guardò confuso. La voglia di rimuovere quanto successo era enorme, una difesa contro il dolore; tuttavia, il ricordo dell’amico lo bloccava. “Sono felice di avere salvato il collo. Per il resto, però, non credo ci sia granché da gioire.”

“Il loro sollievo, invece, è comprensibile. Recupera le forze: alla fine vedrai le cose sotto un altro aspetto.”

Matteo porse l’orecchio ai discorsi di chi sotto la sua guida aveva sconfitto i banditi, e attraversato Candia a piedi per tornare alla nave.



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