Agatha Raisin – Panico in Sala by M. C. Beaton

autore:M. C. Beaton [Beaton, M. C.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Narrativa, Mistero & Poliziesco, Donne detective, Generica
ISBN: 9788833210643
Google: LCG3DwAAQBAJ
editore: Gems
pubblicato: 2019-10-29T23:00:00+00:00

7

Agatha rientrò stancamente in casa. Il telefono cominciò a trillare. Aveva di recente cambiato numero passando a uno nuovo non presente nell’elenco, quindi rispose senza timori.

Era Paul Newton. “Immaginavo che potessi essere a casa. Ho visto le notizie in televisione. Stai bene?”

“Sono solo stanca.”

“Ti va di mangiare insieme, più tardi, così mi racconti?”

Agatha esitò per un attimo, poi disse: “Tocca a me offrire. Ci vediamo alle sette all’Orso Bruno di Moreton-in-Marsh”.

“Magnifico. Ci vediamo dopo, allora.”

Mise giù il ricevitore e subito il telefono tornò a squillare. Era Charles. “Ciao, Agatha,” disse.

“Arrivederci, Charles,” ribatté lei e gli sbatté giù la cornetta.

All’improvviso aveva stabilito di essere stufa marcia di essere trattata da Charles nel solito modo altezzoso. Magari Paul non l’attirava molto, però una serata con un ammiratore era preferibile alla compagnia di Charles che troppo spesso guardava a lei con occhio cinico.

Contrariamente a quello che faceva di solito quando aveva un appuntamento galante, Agatha si presentò all’Orso Bruno vestita con abiti comodi e appena un filo di trucco.

Paul si alzò e la baciò sulla guancia.

È un tipo che definirei virile, pensò lei, convincendosi d’essersi fatta un’opinione di lui troppo severa.

Dopo aver ordinato da mangiare – pasticcio di carne e patatine fritte per entrambi – Paul chiese ad Agatha di parlargli dell’ultimo omicidio e lei fu lieta di farlo con un ascoltatore così ben disposto.

Quando il racconto terminò, Paul si sporse attraverso il tavolo e le afferrò una mano. “Il tuo è un lavoro pericoloso. Non hai mai preso in considerazione l’ipotesi di rinunciarci?”

“Non credo che sarei capace di fare bene qualche altro lavoro,” disse Agatha. “A parte quello delle pubbliche relazioni che facevo un tempo, ma del quale ero veramente stufa.”

“Non hai mai pensato di risposarti?”

“Dopo due matrimoni che non hanno funzionato,” disse Agatha, rimuovendo gentilmente la mano, “l’idea mi vede un po’ guardinga.”

Toni ricevette una telefonata di Luke. “Mio padre è uscito, stasera.”

“Di solito non lo fa?”

“No. Aveva un appuntamento con la tua capa?”

“Non saprei,” disse Toni. “Perché?”

“Oh, niente. Ti va di venire al cinema domani?”

Toni esitò. Luke le era simpatico, ma non le piaceva poi così tanto. “Con questo ultimo omicidio siamo tutti costretti a fare gli straordinari,” disse. “Ti telefonerò.”

Paul stava dicendo: “Ero convinto che tutte le donne sognassero il matrimonio. Niente più responsabilità. Un uomo amorevole che bada a te”.

“Ebbene, è proprio solo un sogno,” disse cinica Agatha. “La realtà è diversa.”

Il telefono di Paul squillò.

Lui ascoltò e disse impaziente: “Okay. Arrivo”. Chiuse la telefonata e disse ad Agatha: “Ci sono problemi con le nascite degli agnelli. Devo andare. Luke sembra agitatissimo. Vuoi venire con me?”.

“Sono ancora stanca. Va’ pure. Al conto ci penso io. È il mio turno.”

Mentre lo guardava andare via, Agatha sentì tirare i vestiti sulla pancia. Perché ho mangiato tutto quel pasticcio? recriminò.

Chiese il caffè e poi sprofondò in un sogno a occhi aperti nel quale era la moglie di un agricoltore, un sogno che aveva più a che fare con Hollywood e con i romanzetti da due soldi che non con la realtà.

Però

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