Alakim. Luce dalle Tenebre (Vol.1) (Italian Edition) by Anna Chillon

autore:Anna Chillon [Chillon, Anna]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: paranormal romance, urban fantasy
editore: Editore
pubblicato: 2015-02-02T23:00:00+00:00

***

Il parco sembrava un luogo abbastanza sicuro dove poter fare una sosta. Alakim s’addentrò tra gli arbusti più fitti, dove i lampioni erano stati spenti a sassate da discutibili figure desiderose di privacy; trovò una panchina e sedette con la ragazza in grembo.

Nicole era appena rinvenuta, la sua testa era appoggiata alla spalla di lui, batteva i denti dal freddo e dallo shock. Gli abiti, bagnati, le aderivano addosso come una seconda pelle, ma dopo quanto passato non aveva nessuna intenzione di lamentarsi.

Poi c’era quell’uomo ad avvolgerla. Un incubo e un sogno.

Sentiva il cuore liquefarsi per il bisogno di abbracciarlo. Ladro, assassino, stupratore; qualsiasi cosa fosse, lei era viva e lo era proprio grazie a lui.

Dopo la lunga sparatoria, regnava un silenzio assurdo e la quiete “ronzava” nelle orecchie di Nicole. Serrò le labbra concentrandosi soltanto sul battito profondo del proprio cuore, per non mettersi a urlare, vomitare e in fine crollare. Non avrebbe più rimesso piede a terra e sarebbe rimasta per sempre rannicchiata al sicuro, sorda e cieca al mondo esterno.

Alakim le abbassò il fazzoletto dal volto liberandole la bocca che si stagliava rosea sul viso sporco di sangue e fuliggine.

Puniscila: è disobbediente e scriteriata. Sei affamato e ferito per colpa sua.

Le prese il mento conducendole lo sguardo sulle lenti scure.

Le mani di Nicole si strinsero a pugno sul trench, le sue labbra si schiusero appena, tanto vicine a quelle di Alakim che quasi poteva sfiorarle. Il battito del suo cuore accelerò.

«Ti piace giocare a guardie e ladri?» la riprese lui. «Potevi rimanerci secca, ragazzina. Cosa ti dice la testa?»

Non era un rimprovero quello che si era aspettata e non era nemmeno quello di cui aveva bisogno in quel momento. Staccarsi da lui le costò un grosso sacrificio; si rannicchiò al freddo, dall’altro lato della panchina, cercando di tenere bene a mente con chi aveva a che fare.

«Ti... ti ringrazio per avermi salvata, ma nessuno te l’ha chiesto.» Nel terminare la frase la voce le si smorzò in gola.

Liberato dal suo peso ad Alakim venne a mancare il contatto con la ragazza, del suo fondoschiena sulle cosce e anche l’ottima visione delle due colline sulle quali le si appiccicava la maglia fradicia; almeno poté riprendere fiato dai penetranti dolori che lo assalivano. Era da tanto che non gli sparavano.

Si squassò con foga, scrollandosi di dosso le schegge della vetrata infranta poc’anzi.

Nel suo cantuccio Nicole stava provando a togliersi un frammento dal braccio, cercando di controllare il tremore della mano.

Alakim si alzò osservandola attentamente, poi le strappò una manica scoprendo una ferita di arma da fuoco. Lei si lamentò cercando di ritirarsi mentre lui le premeva i grossi pollici intorno alla ferita.

«Non è nulla, ti ha presa di striscio» osservò clinicamente.

La pelle era aperta in due lembi dai bordi lividi e il vivo della carne luccicava di rosso acceso. Nicole represse l’impulso di vomitare.

«E questo lo chiami “striscio”?»

«Muovi il braccio.»

«Fa un male d’inferno!»

«Dovevi pensarci prima. Non frignare e muovi il braccio.»

Lei scattò non appena tentò di afferrarla di nuovo.

«Hai visto come l’hai piegato? Non ha nulla.

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