Alessandro Magno by Bluebook

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autore:Bluebook [Bluebook]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Repressioni e congiure

Ma procediamo con ordine nel riferire di avvenimenti che scandiscono le tappe di una svolta ideologica, sempre più marcata, nei rapporti fra Alessandro e il suo seguito.

Nel 330 a.C. il re introduce a corte alcune pratiche del cerimoniale persiano. La risposta è una congiura da parte di alcuni ufficiali, intolleranti di tali innovazioni, ai loro occhi lesive del proprio ruolo di vincitori. Sono però accusati di avervi partecipato alcuni esponenti della vecchia aristocrazia macedone.

In particolare l'odio di Alessandro si appunta contro Filota che, essendo venuto a conoscenza della congiura, non l'aveva informato. Questi era il figlio di Parmenione e comandava la cavalleria pesante, formata dagli eteri, o compagni del re. In nome della ragione di Stato, Filota viene ora liquidato senza nessuna pietà. Alessandro, infatti, ritenendo opposizione la resistenza passiva dei Macedoni, pensa - e non a torto - che questa sia capeggiata dalla famiglia di Parmenione, l'uomo dei tempi di Filippo, il rappresentante riconosciuto delle tradizioni patrie. Per questo, deciso a fiaccarla, colpisce Filota, che già aveva espresso il suo malumore per la proclamazione della paternità divina del suo re durante la visita al santuario di Amon-Ra.

Sostenendo l'accusa di fronte all'assemblea dell'esercito, Alessandro richiede e ottiene la pena di morte tanto per i diretti responsabili della congiura quanto per il loro complice Filota. Il dado è tratto: egli, con accuse reali o presunte, si sbarazza così del più influente fra gli esponenti di fronda della nobiltà macedone, incapaci di intendere il senso della sua svolta epocale. Parmenione ha ora i giorni contati: sarà ucciso a tradimento, di lì a poco, a Ecbatana, in virtù degli stessi pieni poteri concessi in quell'occasione dall'assemblea dell'esercito al suo ancora idolatrato condottiero.

L'eredità di Filippo è ora morta per sempre, e porterà sfortuna a Clito l'esaltare la memoria del vecchio sovrano, additandolo, in una notte di baldoria a Samarcanda, come modello di sovrano autenticamente macedone. Alessandro, completamente ubriaco, non sopporta la pungente frecciata dell'amico e lo trafigge a morte nella furia della polemica, immemore - fino al doloroso ritorno alla realtà - che questi era il più caro dei suoi compagni, colui che l'aveva protetto, a rischio della vita, sul campo di battaglia del Granico.

Anche se contesta il suo re, Clito è comunque ucciso in un accesso di follia, durante una delle notti di violenza e di baldoria sempre più ricorrenti negli attendamenti di Alessandro. Callistene, storiografo ufficiale del sovrano, e nipote del suo precettore Aristotele, è viceversa eliminato con fredda determinazione politica.

Nel 327 il re impone la pratica della proskynesis. La risposta è una congiura da parte dei paggi: cioè dei giovani macedoni, di estrazione nobiliare, destinati al servizio personale del sovrano. I quali, rendendosi interpreti della comune indignazione per la degenerazione asiatica di Alessandro, maturano il temerario progetto di sopprimerlo, quasi fossero predestinati a rivestire il ruolo di tirannicidi. Ma la congiura è scoperta e la sua responsabilità morale addossata a Callistene, loro maestro ed educatore.

Questi, in effetti, dopo avere esaltato oltre misura Alessandro quale suo storiografo personale, aveva ricusato la pratica umiliante della proskynesis, vantandosi apertamente del suo gesto polemico.



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