Alfabeto Casanova by Giacomo Casanova

autore:Giacomo Casanova [Casanova, Giacomo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2024-10-22T12:00:00+00:00

Nota storica

L’episodio di Leonilda e del presunto incesto è, come intuibile, da decenni al centro dell’attenzione nel tentativo di capire quanto offra di vero e quanto i protagonisti siano reali. Le ricerche si sono a lungo concentrate prima di tutto sulla possibilità di identificare Lucrezia, la donna conosciuta da Casanova a Roma nel 1744-45 e ritrovata prima nel 1761 e poi nel 1770 come madre di Leonilda. Allo stato attuale delle conoscenze, l’ipotesi più plausibile è che Lucrezia sia in realtà Anna Maria D’Antoni (1717-1783), sposata al pittore Alessandro Vallati ed effettivamente incontrata da Casanova a Roma intorno al 1744. Di Anna Maria si conosce una figlia, Teresa, nata a Roma nel 1741 e che nel 1770 vive ancora in quella città. Quindi non può essere la Lucrezia di Casanova. Tuttavia, sappiamo che Anna Maria D’Antoni aveva una sorella di nome Lucrezia Marta, nata nel 1725, le cui figlie a loro volta non possono essere nate da Casanova perché una nacque morta e l’altra era assai più giovane della presunta Leonilda.

L’ipotesi più plausibile è che il veneziano, per costruire l’episodio dell’incesto, abbia combinato assieme personaggi e contesti diversi, come spesso fa soprattutto riferendosi a situazioni della gioventù lontane nel tempo. Partendo da una passione (vera) per Anna Maria D’Antoni, vi innesta il racconto di una figlia avuta assieme, alla quale attribuisce il nome di Leonilda.

Analoghe indagini sono state fatte nel tentativo di identificare il “Marchese C.” che avrebbe sposato o dovuto sposare Leonilda, secondo Casanova. Si tratta probabilmente di Giacomo Antonio II Carrara, nato nel 1710 o nel 1716, nobile salernitano che sposa nel 1745 Cecilia Ravenna di Roma, guarda caso nel periodo in cui Casanova si trova nella Città Eterna e in cui conosce Anna Maria/Lucrezia. Sappiamo anche che il marchese Carrara ha un figlio, Domenico Maria II, nato nel 1752 e che forse è lo stesso Carrara che Casanova incontra molti anni più tardi a Praga, nel 1791, in occasione dell’incoronazione di Leopoldo II. È quindi ben possibile che il veneziano, nel momento in cui scrive la Storia della mia vita nel corso degli anni Novanta del Settecento e si trova a ricostruire con la memoria eventi lontani e non documentati, prenda spunto da un incontro recente, quello con il Carrara del 1791, per tessere l’intreccio che lega assieme personaggi più distanti nel tempo.

Rimane l’interrogativo sul perché Casanova si “inventa” l’episodio dell’incesto che sembra del tutto irreale, vista la contraddizione dei dati storici. Come il lettore attento avrà notato, Lucrezia parlando con Casanova si riferisce sempre a Leonilda come a “mia figlia”, non a “nostra figlia”. È solo il veneziano, quindi, a pensare che sia anche figlia propria. Un incesto pensato e immaginato, come se il veneziano volesse dimostrare al lettore di essere disposto alla più ardita delle trasgressioni e delle forme di libertà dinanzi al senso comune. In questo senso, può essere utile ricordare che nella stesura delle parti delle Memorie meno supportate da annotazioni e documenti, il veneziano ha più bisogno di riempire gli intervalli di

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