Alice guarda i gatti by Alessandro Testa

autore:Alessandro Testa [Alessandro Testa]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: General, Fiction
ISBN: 9788887452259
Google: RK6YAAAACAAJ
Goodreads: 52414779
editore: Di Salvo
pubblicato: 2002-07-02T00:00:00+00:00

"Commissario, lei è impazzito!"

Cirillo siede dietro la sua enorme scrivania piena di fascicoli, alle spalle gli immancabili calendari dei Carabinieri. Muove nervosamente le mani sulla tastiera del suo portatile, mi guarda come se fossi una bestia rara, neanche mi ha chiesto di sedere, ma io mi accomodo lo stesso.

"Guardi, dottor Cirillo, che prima di fare questo passo ho fatto tutti i controlli del caso ed anche di più; sono ormai sicuro di aver messo le mani sulla persona giusta, ci vuole solo il suo avallo…"

Fa fresco, ma lui si asciuga il sudore dalla fronte. "Ma lo sa che rischio corriamo? Ma sì, che lo sa; guardi, facciamo così: io la appoggio, ma voglio essere presente all’interrogatorio e all’eventuale arresto, se qualcosa va storto voglio esserci per porre rimedio, lei capisce…la stampa, le televisioni, i politici."

Certo, lui vuole esserci per controllare , ma soprattutto per prendere in pieno le luci dei riflettori. Ad ogni modo, va bene anche così. Chiama il segretario, detta il testo del mandato, lo rilegge e lo firma, prima di porgermelo. Io lo prendo e lo guardo con aria innocente.

"Cosa c’è, Sasso, qualche errore?"

Esito un istante, poi sparo.

"Veramente…me ne servirebbe anche un altro." E gli faccio il nome.

Cirillo ricade sulla sedia, lo sguardo al cielo come per invocare aiuto.

"Allora è vero, lei è proprio impazzito."

Ritorno in commissariato, vado da la Bruna e lo informo dei miei progetti. Superato lo shock, e saputo che Cirillo ci sarà, si rassegna e mi segue in ufficio. Schettini e Tufarulo sono già pronti a scattare.

"Ragazzi, questi sono i mandati, sapete dove andare e cosa fare; mi raccomando, due gruppi separati , portateli qui in due tempi, che non si incontrino per nessun motivo."

Non ho finito la frase che sono già fuori, dopo due minuti sento le sirene che si allontanano. Io e la Bruna ci guardiamo negli occhi senza parlare.

"Comandante, ho bisogno di una pattuglia ."

"Per cosa?"

"Bisogna prelevare un testimone."

Sono le nove di sera. L’ufficio di la Bruna è più ampio, così lo abbiamo scelto per finire il lavoro. Ci sono tutti, Schettini, Tufarulo, la Bruna e Cirillo, oltre a me e all’agente che verbalizza. Il corridoio è piantonato per impedire che qualche reporter d’assalto riesca a introdursi senza essere invitato. Nel mio ufficio c’è una persona , mentre un’altra attende nella sala agenti.

Ci sono due persone , accomodate sulle poltrone davanti alla scrivania una è l’avvocato di Meglio, principe del foro, persona stimata ed a noi già nota, il secondo è anch’egli un avvocato, ma questa volta gli tocca la parte dell’imputato.

Orazio Ayala è pallido, teso come una corda di violino; gli agenti lo hanno prelevato al circolo del tennis, per fortuna lo hanno intercettato prima che entrasse, così non c’è stato molto trambusto. Indossa una tuta da ginnastica ed un paio di scarpe sportive. La giacca è aperta, sotto una polo Lacoste bianca. Ha chiesto un bicchiere d’acqua, poi si è consultato col suo collega ed ora aspetta .

"Vuole cominciare lei?"

Di Meglio interviene in sua vece.

"Il mio assistito non ha nulla da dire perché nulla c’entra in questa storia.

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